Crimini di guerra nella campagna dei balcani del 1914-1915

Quando sentite parlare di deportazioni, massacri e stupri di massa cosa vi viene in mente? La shoah? La Seconda Guerra Mondiale? Forse i crimini di guerra italiani commessi in Etiopia, in Libia, nei Balcani o in Grecia? No, questa volta il riferimento è diverso. Questa volta quelle parole si riferiscono a fatti accaduti in Serbia e il periodo è quello della Prima Guerra Mondiale. Atti mostruosi sono stati commessi in queste terre.

Invasioni del suolo serbo da parte degli eserciti austro-ungarico, tedesco e bulgaro nel 1915. Fonte: https://goo.gl/UFEjXR
Invasioni del suolo serbo da parte degli eserciti austro-ungarico, tedesco e bulgaro nel 1915. Fonte: https://goo.gl/UFEjXR

Con la prima occupazione del territorio serbo nel 1914 gli austro-ungheresi vogliono punire i serbi per l’attentato di Sarajevo sfogandosi anche sui civili. In una zona centrale della Serbia chiamata Mačva, la gente viene martoriata, fatta a pezzi e alle donne vengono tagliati i seni mentre i soldati austro-ungheresi scattano fotografie del loro scempio usandole come cartoline.

Questa cartolina rappresenta un soldato serbo che combatte contro gli austro-ungarici ed i tedeschi mentre i greci rimangono a guardare e i bulgari lo pugnalano alle spalle. Fonte: http://goo.gl/Yp8fqT
Questa cartolina rappresenta un soldato serbo che combatte contro gli austro-ungarici ed i tedeschi mentre i greci rimangono a guardare e i bulgari lo pugnalano alle spalle. Fonte: http://goo.gl/Yp8fqT

Con l’arrivo dei bulgari nel 1915 inizia una vera e propria guerra etnica imponendo la lingua, i maestri e i giornali bulgari, chiudendo tutte le istituzioni serbe e infliggendo torture e stupri di massa alla popolazione. Surdulica diventa il principale centro di “smistamento” dei deportati verso Sofia. Marcello Flores nel libro “Stupri di guerra” scrive: «Lo strumento della pulizia etnica anche in Serbia fu costituito dalle deportazioni le cui modalità erano simili a quelle adottate dal governo turco nei confronti degli Armeni. Intere famiglie, le cui proprietà erano state confiscate, vennero strappate dalle loro case e costrette a marce forzate verso la Bulgaria. […] Nei burroni presso Surdulica […] furono gettati i corpi massacrati di migliaia di persone». In tutto questo, la donna viene considerata come l’elemento più pericoloso (dopo il clero) nel mantenimento del senso nazionale serbo motivo per cui le si infliggeva ogni patimento possibile. Numerose ragazze e bambine vennero deportate in Asia Minore per essere vendute come schiave sessuali. Questo provocò una protesta delle donne che, sentendo il pianto dei loro figli, iniziarono a lanciare pietre contro i soldati bulgari dando inizio così alla rivolta di Toplica del 1917.

Rappresaglie austro-ungariche. Fonte: http://goo.gl/cfgDfh
Rappresaglie austro-ungariche. Fonte: http://goo.gl/cfgDfh

Seguì una repressione brutale in cui vennero distrutti decine di paesi, uccidendo 20.000 civili e deportando più di 50-60 mila persone (fra cui bambini) nei campi di concentramento in Bulgaria. Quando si studia la Prima Guerra Mondiale spesso ci si concentra sulla conoscenza di quanto è accaduto nel fronte del paese di appartenenza o, in generale, nel fronte occidentale e si tende a dimenticare quello orientale. Quando si nomina il Regno di Serbia ci ritorna alla mente l’attentato all’arciduca Francesco Ferdinando compiuto dal giovane serbo-bosniaco Gavrilo Princip ma niente più. Il Regno di Serbia è stato, invece, il luogo in cui si sono sparati i primi colpi della Prima Guerra Mondiale e (come se non bastasse) il teatro di un orrendo massacro di cui, purtroppo, abbiamo visto altri esempi nel genocidio degli armeni e, qualche decennio più tardi, nelle politiche nazifasciste durante la Seconda Guerra Mondiale.

Mattia Massaro

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