Nei giorni 8 e 9 giugno la famiglia Doni e le ass.ni Stradafare e Riviera al Fronte hanno ricordato la figura di Romano Doni, radiotelegrafista dell’esercito, protagonista nel corso della Seconda Guerra Mondiale di una vicenda sconosciuta fino a poco tempo fa ma che è stata riscoperta grazie a diversi studi realizzati tra Roma e Stra. La storia di Romano è stata ripercorsa nel corso di tre appuntamenti.

Siamo nel 1943, alla vigilia dell’operazione Husky, l’invasione della Sicilia e dell’Europa da parte degli Alleati. Le forze angloamericane hanno appena conquistato l’Africa settentrionale e per non svelare i piani di invasione iniziano una guerra di intelligence.
Romano Doni si trova a Racalmuto e nella sua caserma intercetta un messaggio: i bombardieri stanno per colpire le installazioni militari italiane e altri obiettivi nelle città dell’isola, minacciando anche la popolazione civile. L’intercettazione viene comunicata immediatamente ai superiori, che però non la reputano veritiera. Poche ore dopo i bombardieri alleati mettono effettivamente a ferro e fuoco la Sicilia.
Quante vite si sarebbero potute risparmiare se i comandi militari avessero creduto al soldato Doni? Una domanda a cui nessuno può rispondere; quel che è certo è che Romano, così come raccontato ai suoi famigliari e in particolare al nipote Samuele, l’appassionato di storia della famiglia, aveva seguito l’istinto, avvisando i suoi amici e conoscenti dell’imminente tragedia.
L’esperienza di Romano, passata anche per l’occupazione dell’Italia dei nazisti, la sua fuga verso Paluello, la breve prigionia e la collaborazione per riportare in paese le campane della chiesa, è rimasta nella mente di Samuele anche dopo la scomparsa del nonno, avvenuta nel 1986. Innegabile la sua voglia di ripercorrerne nei dettagli la vita, quanto fatto in Sicilia. La voglia di approfondire c’è ma la vita ti pone davanti a delle scelte, tanto da restare sempre tra le cose da fare, prima o poi. Un giorno, però, la luce si riaccende: in un servizio televisivo la Prof.ssa Maria Gabriella Pasqualini parla della vicenda; Francesco, il marito di Lorena, cugina di Samuele, scrive il suo nome su un post-it azzurro. Qualche anno dopo riceve questo bigliettino e contatta la professoressa, la incontra a Roma e riconosce quanto il nonno gli aveva raccontato da bambino.

A distanza di 33 anni, quindi, l’incredibile vicenda di Romano riaffiora ed è stata raccontata nel corso di una conferenza, organizzata sabato 8 giugno nella splendida cornice del Salone di Rappresentanza del Circolo Unificato dell’Esercito, sito in Palazzo Zacco-Armeni. Hanno partecipato la prof.ssa Pasqualini, affiancata da Ivan B. Zabeo, presidente di Riviera al Fronte, e dalla nipote Lorena Doni, a chiarire molti aspetti della vicenda. Un curriculum tra i più importanti nel settore, quello della Pasqualini, con studi riguardanti soprattutto la storia dell’intelligence militare: laureata in Scienze Politiche, è stata docente alle università di Perugia e Palermo e presso la Scuola Allievi Ufficiali Carabinieri a Roma. Numerose e importanti le pubblicazioni sulla storia dei servizi segreti italiani, con un corpus di 5 volumi oltre ad articoli per riviste specializzate; ha collaborato con il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero della Difesa, con missioni all’estero, anche in teatri pericolosi; collabora scientificamente con il Dipartimento per la Sicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Infine, ha ricoperto ruoli importanti in seno al Capo di Stato Maggiore della Difesa e fa parte di comitati scientifici legati alla storia militare.

 

La conferenza viene aperta dal Dott. Ivan B. Zabeo, presidente di Riviera al Fronte, che ha delineato il quadro storico precedente lo sbarco alleato; la conferenza si è conclusa con il racconto di Lorena Doni, nipote di Romano, che si è concentrata sull’umanità del nonno, facendone conoscere la vita prima e dopo la guerra, le sue passioni e, soprattutto, la sua semplicità e il suo altruismo.

La chiesa di Paluello ha ospitato, invece, un concerto. Tra le splendide musiche e canzoni della Schola Cantorum di Dolo (coro in cui Romano ha cantato per anni), di Stradenote, del maestro Paolo de Rosso e del tenore Enrico Masiero, i famigliari hanno rispolverato i ricordi. Un momento di musica, storia, memoria, commozione.

 

Infine, domenica 9 giugno, nel grandissimo parco della restaurata Villa Loredan, si ha un ultimo ricordo di Romano da parte di Samuele Doni. La breve cerimonia ha visto la consegna al Sindaco Caterina Cacciavillani di una targa commemorativa e di una lettera contenente la proposta per l’intitolazione di una via o di uno spazio comunale a Romano.

A voi il un intervento di Samuele Doni:
Ho sempre visto la figura di mio nonno Romano come un uomo che sapeva meravigliare con le sue gesta e con i suoi modi. Per me, bambino curioso e un po’ irascibile, era un vero eroe, e ora a distanza di tanti anni, ne sono convinto ancor più. Ricordo che vestiva sempre gillet e giacca, anche quando lavorava nei campi e non dimenticava mai il cappello, insomma un vero signore d’altri tempi.
Ricordo molto bene il giorno che mi raccontò delle sue vicende in periodo di guerra. Forse il fatto che stesse mangiando dei fichi d’India, gli fecero riaffiorare ricordi lontani e in qualche modo, volesse tramandare quelle vicende per non farle cadere nell’oblio del tempo.
Sono trascorsi molti anni da quel giorno, ma finalmente la sue gesta verranno raccontate e soprattutto tramandate alle prossime generazioni, con la speranza che possano realmente comprendere la fortuna di vivere in una società ricca di opportunità che troppo spesso si danno per scontate. Sono trascorsi 33 anni da quando ci ha lasciati, ma ogni volta che penso a Lui, mi commuovo.
Solo le persone che hanno fatto del bene agli altri in fondo al nostro cuore non moriranno mai.
Grazie Nonno.

Ivan B. Zabeo – Riviera al Fronte
Con questi tre incontri vogliamo ricordare il senso del dovere e di appartenenza, il coraggio e l’umanità di un protagonista della nostra storia recente. Appena Samuele, nostro collaboratore e amico, ci ha raccontato la vicenda del nonno e di come ha conosciuto la Prof.ssa Pasqualini, abbiamo subito pensato che la storia meritava di essere ricordata alla comunità di Stra e all’intera Riviera del Brenta.
È la storia di un uomo umile, che ha trasmesso alla famiglia sani principi e coesione. Ci sono molti valori che usciranno da questa due-giorni di eventi. Personalmente, mi ha colpito il messaggio che ci ha lasciati: quando ti trovi davanti a un ostacolo, non abbatterti, cerca di superarlo perché questa sfida ti renderà forte.
Sono orgoglioso, inoltre, che l’iniziativa sia stata immediatamente accolta e appoggiata dal Comune di Stra, che ringraziamo per l’importante collaborazione, e ha visto l’impegno delle associazioni Stradafare e Stradenote – con le quali avevamo condiviso il progetto del calendario del centenario della Grande Guerra dell’anno scorso – con la Schola Cantorum di Dolo e i maestri Paolo de Rosso e Enrico Masiero.

Cristian Masci – Stradafare
Ricordiamo con vero piacere la vicenda del concittadino Romano Doni, testimonianza ancora viva di un’esistenza determinata e consapevole. 
La collaborazione tra l’Associazione Stradafare e l’Associazione Riviera al Fronte continua fruttuosa nel valorizzare la storia del nostro territorio.

Leggi l’articolo pubblicato su Metropolitano.it riguardante Romano Doni