Con l’edizione svoltasi a Camponogara il 25 novembre 2018, i  Gagliardetti della Memoria arrivano alla loro quinta edizione. In questa annuale celebrazione abbiamo voluto concludere, in maniera simbolica, le attività del “Progetto del Centenario” – iniziato nel 2015 – e celebrare il centenario della fine della Prima guerra mondiale.
Come per il 2017, anche la manifestazione di quest’anno è stata rivolta esclusivamente ad un gruppo di militi, in questo caso ai  caduti e reduci della Grande Guerra.

Grande novità è stata l’introduzione del Gagliardetto destinato ai soldati che combatterono in seno al Imperial-Regio Esercito Austro-Ungarico dal 1914 al 1918. Per loro, al posto della fascetta tricolore, è stata adottata la fascetta bicolore gialla-nera, già vessillo nazionale asburgico. Perché questa scelta? Perché anche se con una bandiera diversa, sempre di italiani parliamo. Perché proprio noi rivieraschi ci occupiamo di persone nate e vissute in Trentino-Alto Adige/Südtirol e in Venezia-Giulia? Perché le loro famiglie ed i loro nipoti hanno deciso di vivere in questa nostra verde terra rivierasca.

SOLDATI ITALIANI

BACCO LUIGI
Classe 1899, viene chiamato alle armi nella primavera del 1917; in giugno viene assegnato all’8° Reggimento, operante sul Carso. Partecipa all’XI battaglia dell’Isonzo per la conquista della Bainsizza e, dopo Caporetto, combatte sul Monte Grappa. Il 2 maggio 1918 passa al 10° Reggimento, 25° raggruppamento d’assedio, rimanendo nello stesso settore.
Aggregato nel 4° Reggimento, lascia il fronte alla vigilia della battaglia di Vittorio Veneto per essere ricoverato ad Alessandria. La pace lo raggiunge mentre si trova in convalescenza. Dopo la fine delle ostilità viene trasferito in Libia per combattere contro i ribelli della Cirenaica, andando in congedo con il grado di Caporal Maggiore. È insignito di Croce al Merito di Guerra.

BRAGA GIOVANNI
Classe 1899, entra come volontario nella Regia Marina e dopo l’addestramento viene imbarcato a bordo della corazzata Giulio Cesare, con base a Taranto. Durante l’ultimo anno di guerra la nave viene impegnata soprattutto in operazioni di addestramento e di pattugliamento delle acque dell’Adriatico meridionale e del Mar Ionio da possibili incursioni navali austriache. Protegge inoltre i contingenti italiani e alleati nel passaggio dalla costa italiana a quella albanese e viceversa. Tornato a casa, lavora alla SADE di Dolo e ne diventa il responsabile nel 1940. Muore nel 1983.

CARRARO LUIGI
Classe 1891, combatte tutta la Grande Guerra sin dal primo giorno, nell’artiglieria. Mobiliato nell’aprile 1915, è inquadrato nel 44° Reggimento Artiglieria da Campagna il mese successivo. Opera quindi sul Carso, sparando contro le posizioni nemiche del Monte San Michele e, dopo Caporetto, si trova a combattere sulla linea del Piave. In seguito viene assegnato alla 39^ Compagnia del 5° Reggimento Artiglieria da Fortezza, unità posta a difesa della Piazza Marittima di Venezia.

DANIELI ANTONIO
Classe 1884, viene chiamato a guerra già in corso, nel marzo 1916, zappatore nell’8° Bersaglieri, opera nel settore di Lavaredo; è inquadrato poi nella 4^ compagnia del 5° Reggimento, impegnato a riconquistare Monte Lemerle. Tra l’8 e il 15 settembre 1916 combatte ai campi di Mezzavia, sul Sisemol, sul roccolo di monte Catz e Cava di Giardini. Il 21 gennaio 1917 gli viene concessa la licenza invernale, immediatamente turbata da una frattura che lo costringe alle cure all’ospedale militare di Treviso. L’infortunio è così serio che il 16 aprile viene trasferito in convalescenza a Spinea. Reso inabile al servizio, viene congedato in via definitiva. Muore Il 1 luglio 1918.

DONI VITTORIO
Classe 1887, viene chiamato alle armi nel novembre 1915 e assegnato al 72° Fanteria, Brigata Puglie. Viene stanziato sul Carso e all’inizio del 1916 opera anche in Albania. Ritornato in Italia in maggio, viene avviato al 118° Reggimento, Brigata Padova, chiamata a operare in Val Lagarina, a est del Lago di Garda, contenendo l’offensiva austroungarica. In giugno la Brigata insegue il nemico sul Monte Zovetto, Altopiano di Asiago. Muore l’8 giugno di quell’anno durante un’azione per ferite riportate in combattimento.

FREZZATO BENIAMINO
Classe 1899, viene arruolato nel giugno 1917 e inviato in Friuli per l’addestramento nei ranghi della Brigata Re. Con la ritirata di Caporetto e la pressione degli austroungarici sul Piave, viene inquadrato nella Brigata Alpi, 51° Reggimento, combattendo anche sul Monte Grappa. All’inizio del 1918 viene inviato a Crespano, dove si stava riorganizzando il 52° Reggimento della Alpi, destinato ad essere accorpato al contingente italiano schierato sul fronte francese. Nel mese di giugno si trova oltralpe e fino alla fine delle ostilità datata 11 novembre 1918 opera nella zona di Reims, Bligny, Bois des Eclisses, Aisne e Chemin Des Dames. Rientra in Italia nell’agosto 1919.

FRIGO GIOACCHINO
Nato a Trissino (VI) nel 1895, ed in seguito trasferitosi con la famiglia a Campagna Lupia, viene chiamato alle armi al Corpo d’Armata di Bologna solo alla fine del 1917 e poi lasciato in congedo. Tuttavia è richiamato nel febbraio successivo e inquadrato nel 27° Fanteria, Brigata Pavia, al momento in riposo a Padova dopo aver combattuto sull’Altopiano di Asiago. All’inizio del giugno 1918 viene trasferito al 70° Fanteria, Brigata Ancona, e combatte per respingere l’offensiva nemica che, nelle vicinanze di Rovarè e Monastier, aveva sfondato le nostre linee.  Dopo la vittoriosa controffensiva, a settembre il Reggimento viene dislocato in Val Brenta e in occasione della battaglia di Vittorio Veneto, il 31 ottobre partecipa all’assalto del Monte Spitz (destra Brenta), raggiungendo successivamente anche Monte Panarotta, dove giunge la notizia dell’armistizio.

GAMBARO IVONE
Ragazzo del ’99, in tempo di pace lavorava come archivista per il Comune di Dolo. Chiamato alle armi nel maggio 1917, viene assegnato al 72° Fanteria, Brigata Puglie, restandovi anche dopo la rotta di Caporetto.
Il 2 febbraio 1918 parte per la Francia ma ritorna presto per frequentare l’Accademia militare di Modena. Dopo 5 mesi ne esce con il grado di aspirante ufficiale di complemento e assegnato  all’8° Reggimento Alpini, battaglione Cividale. 7^ compagnia. Combatte sul Monte Grappa ma il 26 ottobre, durante l’assalto contro il Monte Solarolo, riporta letali ferite al torace e all’addome; a seguito di quella giornata viene decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare: «Alla testa del proprio reparto di prima ondata, lo guidava con perizia nell’attacco. Ferito una prima volta, con insuperabile fermezza, slanciavasi nell’assalto, trascinando con il suo mirabile esempio i dipendenti, finché, colpito una seconda volta ed a morte, lasciò gloriosamente la vita sul campo. – Monte Solarolo (Monte Grappa), 26 ottobre 1918».

GAMBARO ODDONE
Classe 1886, fratello di Ivone – vedi sopra -, era anch’egli archivista comunale. Mobilitato il 9 novembre 1915, è arruolato nei Granatieri di Sardegna. Nel marzo 1916 partecipa alla difesa di San Floriano, nei pressi di Gorizia. All’inizio della Strafexpedition il Reggimento viene inviato sul Monte Cengio, combattendo eroicamente ed impedendo agli austroungarici di dilagare in pianura.
In occasione della VI battaglia dell’Isonzo partecipa alla conquista delle posizioni sul San Michele ed alla controffensiva sulla linea del Pecinka. Il 20 maggio 1917, considerata la sua esperienza di telegrafista in tempo di pace, Gambaro passa dalla fanteria al genio telegrafisti, a Ferrara, restando lontano dal fronte. Colpito dalla spagnola e ricoverato a Bologna, muore in seguito a Dolo il 20 dicembre 1918.

GIBIN ARTURO
Classe 1896, è chiamato alle armi alla fine del 1915, venendo assegnato prima al 56° Fanteria, Brigata Marche, e dal maggio 1916 nel 228° Reggimento, Brigata Rovigo. Partecipa alla controffensiva sull’Altopiano di Asiago, nella zona dei monti Zingarella e Colombara. In agosto è sul Carso per la conquista del Monte San Marco e di quota 98 mentre, in autunno, combatte a Vertojba. Nell’aprile 1917 viene schierato nell’83° Reggimento, Brigata Venezia, partecipando in agosto alla battaglia della Bainsizza e agli assalti nel Vallone di Chiapovano. In occasione della ritirata di Caporetto combatte nel settore di Plava per coprire il ripiegamento del II Corpo d’Armata, lottando anche sul Tagliamento. Dopo la riorganizzazione dei reparti a Collecchio, Parma, all’inizio del 1918 viene schierato in Val d’Adige; l’armistizio arriva mentre la Rovigo si trova in retrovia tra Carmignano e Pozzoleone. Gibin ritorna a casa, a Cavarzere nel 1919

GRIFFONI LEONE
Classe 1886, partecipa alla Grande Guerra combattendo con il 56° Fanteria, Brigata Marche, operando prima nel settore di Lavaredo (fine estate 1915) e poi, in occasione della III e della IV battaglia dell’Isonzo, nel settore del Sabotino e di Oslavia. Tra il marzo e il giugno 1916 il reggimento viene trasferito in Albania; ritornato in Italia, combatte sul Carso nella zona delle cave di Selz e delle quote 121 e 85, vicine a Monfalcone. Muore a causa di ferite riportate in combattimento il primo giorno della VI battaglia dell’Isonzo, il 6 agosto 1916.

LAZZARI GIACOMO
Classe 1898, viene chiamato alle armi all’inizio del 1917 e inviato alla caserma sede dell’80° Fanteria con sede a Verona. Resta nella città scaligera fino al giugno 1917 quando entra alla scuola dei Bombardieri del Re in località Le Mandre, presso la stazione di Susegana, nei pressi del Ponte della Priula. Un nucleo di questi cadetti è eroicamente impegnato a guardia del ponte in occasione della ritirata di Caporetto e l’allineamento sul Piave. La scuola passa poi a Sassuolo. Il 31 dicembre 1917 diviene Caporale. Per via della sua specialità viene chiamato in servizio anche in occasione dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, raggiungendo nel 1941 il 316° Battaglione con sede a Mestre e restando attivo però solo un mese.

ORTALI ALFREDO
Impiegato comunale a Dolo, nato a Forlì nell’agosto 1880, interventista, a 35 anni lascia la moglie Wiera Rosetti e i tre figli per arruolarsi come volontario. Entra nel 51° Reggimento Fanteria, Brigata Alpi, comandata da Peppino Garibaldi. Dal 1915 combatte con il grado di Caporale sul Col di Lana e sulla Marmolada. Nell’aprile 1918, nonostante i suoi 38 anni, rifiuta la proposta di restare in caserma in Italia e segue il suo battaglione in Francia, partecipando alle battaglie di Bois des Eclisses e Bois de Courton, sulla Marna. Il 15 luglio 1918 viene dichiarato disperso nel corso della battaglia di Bligny, salvo poi figurare tra gli elenchi dei prigionieri di guerra tedeschi, notizia comprovata da un tentativo di fuga dal campo di prigionia avvenuta il 3 ottobre. Tornato in Italia, si laurea in agraria a Bologna e pubblica il suo diario di guerra. Non aderisce al Fascismo e gli viene negata la medaglia d’argento. Viene però insignito di Croce di Guerra con la seguente motivazione: “Volontario di guerra, animato da alto spirito di sacrificio, volontariamente fece parte di una pattuglia ardita di alpini, che attaccò di sorpresa e conquistò una ridotta nemica. Con l’esempio e con la parola incitatrice, seppe infondere coraggio ai compagni, che resistettero così ai reiterati contrattacchi nemici – Valle San Nicolò (Alto Agordino) 6-7 ottobre 1916.” (Istituto del Nastro Azzurro)

PIASENTIN GIOVANNI
Nato a Dolo nel 1895, poco prima dell’inizio della guerra viene richiamato alle armi, prima nella 7^ Compagnia di Sussistenza e poi nell’8^ Compagnia. Dal 10 Febbraio 1916 viene trasferito al 77° Fanteria, Brigata Toscana, che compie i suoi atti di eroismo sul Monte Sabotino, espugnato nel corso della VI battaglia dell’Isonzo dell’agosto successivo. Nel luglio 1917 viene trasferito al 18° Reggimento di Fanteria, Brigata Acqui, operante nella zona degli altopiani di Ternova e della Bainsizza, partecipando all’ XI battaglia dell’Isonzo (agosto-settembre) per conquistare le quote 244 e 220 (Pod Koriti). Il 20 agosto viene ferito da una scheggia di granata alla mano destra. Curato nell’ospedaletto da campo 041, viene prima trasferito all’ospedale militare di Bergamo, poi in quello di Prato e, infine, in quello di Camerino. Essendo divenuto inabile al servizio, viene  congedato il 16 Settembre 1917, restando in convalescenza fino al termine della Guerra.

SAGGIORATO MARCO
Classe 1876, nasce a Ospedaletto Euganeo (PD). Inviato al servizio militare nel 14° Reggimento di Cavalleria Alessandria, dopo il primo congedo viene richiamato nel 1915 e, qualche tempo dopo, assegnato al servizio scorte del II Corpo d’Armata di Verona. Il 13 marzo 1917 passa al 29° reggimento Artiglieria di Campagna, destinato al sostegno delle brigate Puglie e Roma sul fronte carsico. Dopo Caporetto opera sul Piave, nel settore di Istrana.

SCANFERLA ADOLFO
Classe 1891, viene mobilitato il 20 aprile 1915 e opera nel settore trentino, sul Monte Coston. Dopo un lungo periodo di riposo a Caltrano, è promosso caporale. Nel corso della IV battaglia dell’Isonzo il 71° Fanteria riceve l’ordine di conquistare Oslavia, una roccaforte molto ben difesa ma strappata agli austroungarici. Ferito e trasportato all’ospedale militare di Verona, vi muore il 27 novembre 1915.

ZANARDO ROMANO
Classe 1881, viene prima inquadrato nei battaglioni della milizia territoriale e poi assegnato al 126° Fanteria, Brigata Spezia. Nel corso della IX battaglia dell’Isonzo, combattuta tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre 1916, presidia il settore del Nad Logem, nei pressi di Gorizia. Il reggimento conquista alcune trincee a Loquizza e partecipa agli scontri del Monte Pecinka. Da metà novembre 1917 fino alla ritirata di Caporetto resta nel settore del Tolmino, senza partecipare a battaglie ma restando impegnata in diverse attività. Nel corso di uno scontro viene ferito; trasportato a Cividale del Friuli vi muore il 17 luglio 1917.

ZANELLA GUIDO
Classe 1888, originario di Vigonovo, viene richiamato alle armi all’inizio della Grande Guerra. Nel periodo della leva aveva prestato servizio nel Reggimento Lancieri stanziato a Pordenone; nel 1915, tuttavia, viene assegnato all’8° Reggimento Artiglieria da Campagna, operando sulle Dolomiti, nella zona di Auronzo, a sostegno della 4^ Armata. Passa quindi al 5° Reggimento artiglieria campale restandovi per tutto il conflitto ed operando sul settore carsico e  sul Piave. Ritorna quindi nell’1° Reggimento d’artiglieria a cavallo, restando sempre sul Piave fino all’armistizio.

ZINGANO EMILIO
Classe 1896, era un Bersagliere ciclista dell’8° Reggimento, operante tra il 1915 e l’inizio del 1916 nel settore delle Tre Cime di Lavaredo. Inserito poi nel 7° Reggimento combatte le fasi conclusive della Strafexpedition, operando sul Monte Roite e sul Cosmagnon. Qui, il 10 ottobre 1916, viene ferito; qualche giorno dopo viene dichiarato disperso in seguito a un assalto sul Roite. Il decreto di irreperibilità è datato 1 aprile 1919.

SOLDATI AUSTRO-UNGARICI
Due i soldati imperial-regi ricordati in questa edizione, due vite simili a quelle di tanti altri soldati che combatterono per la controparte sabauda.

RUCONICH DOMENICO
Classe 1893, è nato a Ossero (Isola di Cherso, Croazia), all’epoca parte dell’Impero Austro-ungarico. Sin dal 1914 combatte con il 37° Reggimento di Fanteria Territoriale, operando contro le forze serbe. Con l’ingresso dell’Italia nel conflitto, il reparto viene spostato nell’area goriziana e partecipa alle prime quattro battaglie dell’Isonzo. Viene ucciso nella notte tra il 20 e il 21 novembre 1915 mentre contrattaccava su quota 172 di Oslavia, venendo seppellito in un cimitero locale.

ZUMIN ATTILIO
Nato a Gradisca d’Isonzo (GO) nel 1886, all’epoca parte del distretto asburgico del Künstenland, venne aggregato all’IR 97. “Barone von Walstätten” ed inviato sul fronte della Galizia già nel luglio 1914, venendovi ferito nel novembre dello stesso anno. Rientrato in linea agli inizi del 1915, il 10 giugno cadde mortalmente colpito da un cecchino russo mentre andava a prendere il caffè per i commilitoni. Lasciò una vedova con tre figli; ironia della sorte, il giorno in cui spirò la sua Gradisca veniva occupata dalle truppe italiane.