Articolo scritto per la Marcia dei Storti 2018

La Riviera del Brenta, terra di bellissime e sfarzose ville, visitata da poeti e letterati, ha subito anch’essa i tragici eventi dei due conflitti mondiali. Il percorso della 34^ Marcia degli Storti attraversa luoghi che hanno visto il passaggio di soldati, di invasori, di resistenti. La Riviera del Brenta e i suoi cittadini avevano subito dolorose sofferenze a causa di quei drammatici eventi e alcuni luoghi lungo il percorso sono stati teatri di eventi che hanno contribuito alla rinascita del nostro Paese.

Il percorso comincia dall’Isola Bassa: l’area, che durante il Ventennio aveva subito diversi lavori con l’interramento del canale che la divideva in due, è collegata al resto del territorio da ponti che, nel corso dell’ultima guerra erano stati minati e, verso la fine del conflitto, colpiti dagli aerei alleati per rallentare le comunicazioni delle forze nazifasciste. Una delle ville principali dell’isola, Villa Andreuzzi-Bon, era un magazzino di armi e tra il novembre 1943 e la Liberazione dell’aprile 1945 i partigiani riuscirono a disarmare in diverse occasioni le varie sentinelle fasciste in servizio. La casa di riposo, inoltre, diede ospitalità ad alcuni prigionieri inglesi scappati dal campo di prigionia di Giare di Mira.

Dopo aver attraversato il Ponte del Vaso, che tra il 1943 e il 1945 era stato minato e reso obiettivo degli inglesi (nei raid erano state battute anche le aree limitrofe, con il danneggiamento di Villa Pra), si entra in via Seriola dove, tra la primavera 1944 e la fine del conflitto, i partigiani avevano intensificato le attività di sabotaggio delle vie di collegamento telefonico e telegrafico tra i comandi stanziati tra la Riviera del Brenta e la linea Gotica.

Parallelamente a via Seriola corre via Argine Sinistro, arteria principale utilizzata dai tedeschi per fuggire da Sambruson e dalla Linea Gotica. Il 24 aprile 1945, lungo questa strada i partigiani dolesi sequestrarono un camion con fusti di benzina che poi, a fine conflitto, furono distribuiti tra i comitati di Liberazione Nazionale di Dolo e Padova. Il 27 aprile 1945 fu ucciso davanti a casa il partigiano Amedeo Ferraresso, che dopo l’8 settembre 1943 raggiunse l’Alto Vicentino per combattere i tedeschi. A guerra praticamente finita decise di rientrare a casa. Giunto alla meta, ebbe la sfortuna di incappare in una colonna tedesca. Individuato con il fucile in spalla, ritenutolo una minaccia, fu freddato sul posto.

Dopo aver percorso il primo tratto di via Seriola si arriva all’incrocio con via Badoera. Si prosegue dritti, ma se si svoltasse a destra e si arrivasse alla fine della via raggiungendo il semaforo, si giungerebbe a Villa Maria, dove nell’aprile 1945 fu danneggiato un automezzo. A Sambruson, inoltre, un presidio militare tedesco fu assaltato due volte, tra il 12 maggio e il 28 giugno 1944, dalle forze partigiane dolesi. In entrambi i casi fu ingaggiato uno scontro a fuoco durato un paio d’ore e terminato in entrambi i casi con l’arrivo dei Bersaglieri della RSI accompagnati da un carro armato.

pescheria2Altre operazioni di sabotaggio furono condotte all’altezza del Ponte di via Carrezzioi tra Dolo e Mira e al di là del Naviglio. Proseguendo per via Seriola e arrivando a Mira, si arriva alla Pescheria. È qui che avviene una delle due battaglie tra i partigiani miresi e le forze nazi-fasciste: il 29 aprile, poche ore prima dell’arrivo degli alleati, alcuni partigiani della Brigata Negri impegnarono le forze tedesche in ritirata sull’altra sponda a colpi di mitragliatrice e colpi di moschetto. Durante lo scontro uno dei resistenti riuscì nell’impresa di issare coraggiosamente il Tricolore sul pennone della pescheria.

vilal lanza miraEffettuando il percorso più lungo della Marcia degli Storti, si passerà anche per i vecchi stabilimenti della Mira Lanza e davanti all’omonima villa. Gli stabilimenti della vecchia fabbrica di candele, così come Villa Colloredo/dei Leoni, erano stati utilizzati anche nel corso della Grande Guerra per ospitare centinaia di feriti e malati provenienti dal fronte. Gli stabili ospitarono l’ospedale di tappa 237 che arrivò a contare 840 letti e una sala operatoria, oltre a un teatro e sale per le attività ricreative. Vent’anni più tardi, invece, villa Lanza fu requisita dalle SS per crearvi il loro quartier generale, abbandonato il 25 aprile 1945. Il ponte davanti alla villa era stato minato.

Proseguendo per Mira Porte si segnala l’occupazione di Villa Principe Pio, in via don Minzoni. Poco distante, nella zona di Valmarana, la Brigata Cremona, che combatteva sotto il Tricolore dell’Italia cobelligerante degli alleati, e i carri armati inglesi attaccarono le ultime forze della Wermacht in ripiegamento verso via Nazionale, causando diverse vittime.

Proseguendo verso Dolo si segue la “Strada Bassa”, ma al di là della riva le ville Venier e Bonlini, oggi Casa Paterna, erano state requisite delle forze dell’Asse. Ma ritorniamo nel territorio di Dolo per parlare di un fatto atroce e anche questo rimasto nel dimenticatoio: il 20 febbraio 1945 un aereo alleato, dopo averlo mitragliato, colpì con una bomba un tram al Casello 12, davanti a Villa Ducale, all’epoca Villa Ciceri, sede di un comando. Il tram, carico di soldati tedeschi ma anche di civili, saltò in aria: morirono moltissime persone; don P. Gios in I parroci della Riviera del Brenta e della Bassa Saccisica nella Resistenza riporta la relazione di don Fares che cita 72 vittime, per la maggior parte soldati ma con un alto numero di civili, alcuni dei quali dolesi. A seguito di questo raid, i giovani del paese gettarono le armi nel Naviglio per recuperarle poi a guerra finita.

badoer fattorettoPoco più avanti si arriva a Villa Badoer-Fattoretto. Dalla fine del 1917, a seguito della ritirata di Caporetto, il Comando della Terza Armata la requisì per istituirvi l’ospedale da campo 0154 e che contava un centinaio di posti letto. Fu operativo anche dopo il 4 Novembre 1918, giorno della fine delle ostilità, fino alla fine dell’anno. Molti furono i soldati italiani deceduti tra la fine del 1917 e la fine del 1918. La villa fu requisita anche nel corso del secondo conflitto mondiale, a partire dal 1943, dalle autorità militari tedesche per allestirvi il loro ospedale. Erano però presenti anche gli uffici di alcune organizzazioni di lavoro naziste che, alla pari della più famosa organizzazione Todt, realizzavano fortificazioni militari, bunker, sistemi di difesa. Davanti alla villa, il ponte: questo era stato minato ma in molte occasioni i partigiani dolesi riuscirono a sabotare gli automezzi tedeschi. Si presume che in questo snodo collegante Dolo e Sambruson il 29 aprile 1945 le truppe alleate avessero incrociato quelle tedesche in ritirata: dopo un breve scontro a fuoco, a cui parteciparono anche alcuni partigiani locali, 238 uomini si arresero e furono condotti in un campo di prigionia in via Alture.

Il nostro percorso ritorna quindi in Isola Bassa e si conclude allo Squero. Ci piace ricordare quel 29 aprile 1945, quando Dolo e la Riviera del Brenta furono liberate. È anche in questa riva che i dolesi videro passare decine di carri armati che stavano andando verso Venezia. Questo passaggio non avvenne tranquillamente, tanto che i carri britannici spararono un colpo contro il campanile, dove i tedeschi avevano posizionato una mitragliatrice da usare contro i ricognitori della Royal Air Force: alcuni partigiani, saliti in cima per salutare la tanto sospirata liberazione, furono scambiati per cecchini. Fortunatamente non ci furono vittime, ma fu un segnale di allerta per gli alleati che poi, all’altezza del ponte di via Zinelli, si trovarono a fare i conti con alcuni irriducibili cecchini fascisti.

Quanto riportato è frutto di anni di studi e ricerche compiute da Riviera al Fronte. Per la Grande Guerra, molto è stato riportato nel libro Dolesi al Fronte. La Prima Guerra Mondiale, che si è avvalsa della collaborazione del Comune di Dolo e dei vari archivi di Stato del Veneto, oltre che delle parrocchie dolesi; per quanto riguarda la Seconda Guerra Mondiale, è stata fondamentale la consultazione dell’archivio della sezione Anpi di Dolo. Il lavoro, marginale e che intende espandersi grazie al contributo della comunità, vuol essere un omaggio a coloro che hanno combattuto. In questo caso, questo scritto intende ricordare uomini come Erminio Ferretto, ucciso dalle Brigate Nere a Mogliano Veneto nel febbraio 1945; Cataldo Presicci, giustiziato a Padova nell’agosto 1944 dopo aver sostenuto la Resistenza dolese, nonostante la sua divisa di ufficiale della RSI; Giovanni Mion, Ermes e Vittorio Parolini, Romeo Isepetto, Luigi Levorato, Giovanni Boffo, Cesare Ometto, Renato Faggian, Santo Marcato, Giovanni Zabeo, Sergio e Battista Braga, ma anche le decine di soldati da tutte le regioni italiane che hanno trovato la morte nelle ville della Riviera del Brenta.

Attività 2014

Nell’anno della fondazione abbiamo realizzato le nostre prime ricerche destando da subito l’interesse degli enti pubblici locali.

Dato che ricorreva il centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale in Europa, l’obiettivo iniziale è stata la riscoperta del nostro territorio alle soglie della guerra e portare a compimento quello che fin dal principio è stato un nostro sogno: la realizzazione di una vera mostra.

In una sorta di Risiko ecco quindi che sono state avviate le ricerche nei Comuni di Mira (Andrea Juris), Stra e Vigonovo (Dott. Alberto Donadel) e portata quasi alla conclusione la ricerca nel Comune di Dolo (Dott. Ivan B. Zabeo). Nel contempo sono stati allacciati i rapporti con il Dott. Mattia Massaro, autore di una ricerca sul Comune di Saonara durante la Grande Guerra, gettate le basi di collaborazione con i Comuni di Pianiga e Fiesso d’Artico e allacciate relazioni con associazioni (Flyng LionsAquile Tonanti, Castello di San Pelagio-Museo del Volo e Collezione Carlo e Stefano Rovini di Tresché Conca).

Grazie all’interessamento del Comune di Dolo abbiamo potuto realizzare il nostro sogno.

Progettato uno schizzo di trincea, trovati i volontari ed i materiali e presi accordi con la Collezione Rovini, siamo stati in grado di realizzare la mostra-museo “1914-1918 Giovani al Fronte” capace di attirare ben 3.000 visitatori tra il 18 ottobre e l’8 dicembre.

Attività 2018

Il 2018 è stato il centesimo anniversario della conclusione della Prima guerra mondiale. Di conseguenza Riviera al Fronte ha concentrato le sue energie proprio su questo tema.
Se si esclude il progetto #AccaddeOggi, sviluppato all’interno della nostra pagina Facebook fin dal 2015, e volto a ricordare nel centenario della loro morte, i circa 1200 soldati rivieraschi caduti durante la Grande Guerra, il vero e proprio programma si è svolto “sul campo” dal settembre 2018 al gennaio 2019.

Riviera al Fronte infatti, in collaborazione con tutti i comuni della Riviera del Brenta e di Santa Maria di Sala, di concerto con tantissime altre associative del territorio e non, ha contribuito a realizzare il calendario degli eventi denominato “Riviera del Brenta per il Centenario della Vittoria” (il volantino in fondo alla pagina). Si è trattato di una serie di appuntamenti capaci di spaziare tra conferenze, concerti, cerimonie, mostre e molto altro. Si è trattato di una serie di appuntamenti utili alla comunità per riscoprire quanto avvenuto un secolo fa, oltre a far conoscere aspetti poco noti di quel tragico conflitto, costato da parte italiana oltre 650 mila caduti e un numero enorme di feriti e invalidi. Una serie di appuntamenti per onorare il loro sacrificio: perché non devono assolutamente essere dimenticati dalla nostra società.

Riportiamo di seguito gli eventi principali del calendario:

8 settembre 2018 – Villa Badoer Fattoretto (Sambruson di Dolo).
EVENTO INAUGURALE E PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO

Nella splendida cornice di Villa Baoder Fattoretto, che durante la Grande Guerra ospitò l’ospedale da campo 0154, è presentato ufficialmente il calendario degli eventi. Ovviamente viene allestito un ospedale da campo con la presenza di donne e uomini a rievocare quanto avveniva in quei luoghi di sofferenza.
Alla fine della cerimonia è stato consegnato nelle mani del proprietario della villa, Ulderico Fattoretto, una targa con i nomi dei caduti dell’ospedale 0154, presente oggi al Museo del Villano.
L’evento è stato realizzato da Riviera al Fronte, Villa Badoer-Fattoretto, con l’importante collaborazione dei gruppi di rievocazione “22^ Compagnia Autonoma Skiatori” e “Caimani del Piave” e l’associazione culturale Stradenote.

Dal 14 al 23 settembre 2018 – mostra in barchessa di Villa Concina (Dolo)
AMOS SCORZON: VIGNETTISTA DI GUERRA, PITTORE DI PACE

Nel corso di questa mostra sono state presentate i disegni satirici di Amos Scorzo, riscoperto artista dolese, tra i più importanti del settore agli inizi del Novecento (per saperne di più si prega di leggere qui). Alla fine della cerimonia, è stata consegnata a Gianluigi Naletto una lettera per dedicare uno spazio comunale a questo illustre personaggio di Dolo, le cui opere sono ancora oggi conservate al Vittoriano a Roma.
Nel corso della mostra l’associazione Pentola dei Nodi ha realizzato una serata dedicata alla letteratura della Grande Guerra e concentrata sulla figura di Tommaso Marinetti, protagonisti del Futurismo e dell’ingresso dell’Italia nel conflitto mondiale. Infine, una parte della barchessa è stata riservata all’associazione Flying Lions, specializzata nel modellismo militare, che ha esposto riproduzioni di mezzi militari della Grande Guerra e la loro evoluzione nella Seconda.
Importante sottolineare che la mostra è stata poi esportata al Liceo “Galileo Galilei” di Dolo e in occasione della mostra organizzata da Mondo Agricolo Caselle de Ruffi (che ritroveremo più avanti). In particolare, l’attività svolta al “Galilei” è stata utile per creare un progetto scuola-lavoro con tre giovani studenti delle classi quinte che, dopo attenta preparazione da parte di Riviera al Fronte, hanno presentato i lavori di Amos Scorzon alle classi venute a visitare la mostra.

Dal 6 al 14 ottobre – Casa Futura Artigiana – Forte Poerio (Mira)
LA DONNA AL TEMPO DELLA GRANDE GUERRA

La donna ha avuto un contributo fondamentale nel corso della Grande Guerra. Non era stata solo madre, figlia, fidanzata e moglie, ma anche operaia, artigiana, contadina, imprenditrice, insegnante, impiegata. E sul campo di battaglia era stata anche crocerossina, madrina di guerra, qualche volta anche volontaria a scavare trincee o a combattere. Tutti aspetti che solamente in pochi hanno sottolineato, ma l’emancipazione della donna – culminata nel 1946 con il referendum Monarchia-Repubblica in cui per la prima volta ha potuto esprimere liberamente il suo pensiero – era partita proprio in occasione della tragedia della Grande Guerra.
Idea Donna, Hilarius, Mondo Agricolo Caselle de Ruffi, assieme a Riviera al Fronte e il Comune di Mira, hanno realizzato una mostra presso Casa Artigiana, in Forte Poerio a Mira, capace di raccontare questa importante evoluzione e rivoluzione all’interno del mondo femminile. E venerdì 12 ottobre la Compagnia delle Ortiche di Padova ha riportato al Teatro Villa dei Leoni di Mira lo spettacolo “La Foto”, la storia di tre sorelle padovane coinvolte pesantemente nel conflitto.

20 ottobre – Villa Foscari – Malcontenta
ALZABANDIERA IN MEMORIA DEGLI ARDITI

Come tante altre ville della Riviera della Brenta, Villa Foscari a Malcontenta era stata coinvolta direttamente nella guerra. Altre erano state sedi di ospedali militari da campo, questa aveva ospitato l’addestramento dei reparti d’élite, quello degli Arditi, uomini impavidi che assaltavano le trincee nemiche con il coltello tra i denti e con il bombardamento della propria artiglieria ancora in corso. Anche Hemingway, nelle sue cronache dal fronte italiano, ne esalta le gesta. Anche Padre Reginaldo Giuliani, a cui è dedicata la scuola media di Dolo, cappellano militare con Medaglia al Valore conquistata sul Carso, caduto poi in Etiopia nel 1936, aveva prestato i suoi servizi.
L’associazione Cavalieri al Merito della Repubblica Italiana hanno ricordato la presenza di questi reparti, il loro addestramento, i protagonisti, facendo aprire ai presenti la villa per una interessante visita guidata.

20 ottobre – impianti sportivi di Dolo
CAMPO DIDATTICO IN OCCASIONE DELLA FAMILY RUN

Per la prima volta la Storia della Grande Guerra entra nella Family Run, la tradizionale marcia preparatoria alla Maratona di Venezia che si tiene ogni anno a fine ottobre. Iniziativa, quella della Family Run, di notevole successo. I numeri sono sempre più incredibili e coinvolge soprattutto le scuole e le associazioni sportive della Riviera della Brenta.
Dopo essere stati in Villa Baoder-Fattoretto il settembre precedente, ritornano a Dolo i ragazzi della 22^ Compagnia autonoma skiatori, rispolverando le loro divise e raccontando ai ragazzi (e anche agli adulti) come si viveva all’epoca della Grande Guerra e come venivano curati i soldati, cent’anni fa quasi loro coetanei.

27 ottobre – Villa Ferretti Angeli (Dolo)
IL RANCIO DEL SOLDATO

Uno degli aspetti più importanti nella vita del soldato era l’alimentazione, che era molto più complessa rispetto a quello che si crede. Per l’occasione l’ENAIP di Dolo, la scuola superiore paritaria, ha istruito i ragazzi che hanno cucinato per i presenti alcune semplici pietanze: Zuppa di Schegge, Pappardelle alla lepre, “Riccio” al forno, Gulash di patate, Friggione, Piadina, Mele Cotte e Pan Perduto.
Dopo il delizioso pranzo, Loris Giuriatti, storico, scrittore e Presidente dell’Alto Onore del Grappa, ha tenuto una conferenza sulla Grande Guerra raccontando alcuni aspetti particolari e sconosciuti al grande pubblico. La giornata si è conclusa con la lettura di alcune lettere e testi a cura dall’associazione Pentola dei Nodi.

3 novembre – Teatro Cinema Italia (Dolo)
CONCERTO DELL’ARMISTIZIO E DELLA PACE

Il lungo weekend conclusivo delle celebrazioni nazionali del Centenario si apre in Riviera del Brenta con il concerto realizzato in collaborazione con il Coro Santa Chiara di Scaltenigo e le letture proposte dall’associazione La Pentola dei Nodi. Otto momenti che hanno toccato diversi aspetti del conflitto e fronti. Alcuni testi sono preparati per l’occasione da Riviera al Fronte.
Alla chiusura dell’intensa cerimonia, sono stati ricordati tutti i gagliardati delle quattro cerimonie dei Gagliardetti della Memoria svolte tra il 2014 e il 2017, ricordando anche i soldati della Seconda Guerra Mondiale e delle altre operazioni belliche compiute dall’Italia dal Risorgimento alle missioni di pace all’estero. Un momento intenso per ritrovare tutta la grande comunità che si è venuta a creare attorno a una cerimonia ormai divenuta tradizione per il territorio rivierasco.

11 novembre – cimitero di San Pietro (Stra)
CERIMONIA DI COMMEMORAZIONE DEI CADUTI ITALIANI ED AUSTRO-UNGARICI

Dopo una lunga e laboriosa ricerca svolta dal nostro socio Dott. Alberto Donadel e dal ricercatore storico locale Armando Saccoman, è stata resa pubblica la vicenda del cimitero di guerra sorto alle spalle del cimitero civile di San Pietro di Stra. Tale cimitero, realizzato a partire dall’aprile 1918 e mantenuto in essere fino al 1924, servì a dare una prima sepoltura ai numerosi soldati italiani ed austro-ungarici (prigionieri di guerra) deceduti negli ospedali da campo n. 037 (Villa Loredan-Rova, oggi nuova sede municipale) e 057 (Villa Nazionale Pisani). Nel cimitero trovarono pertanto riposto 151 soldati italiani e 15 soldati imperiali che, dopo la dismissione del cimitero di guerra in favore dell’ampliamento del cimitero civile e dopo una traslazione in altri siti sepolcrali di una piccola parte delle salme, vennero raggruppate all’interno di una tomba comune poi monumentalizzata.
Durante la cerimonia, molto sentita da tutti i partecipanti, è stata consegnata anche una targa ricordo al Comune di Stra, al fine di non dimenticare i nomi di tutti i soldati che qui trovarono pace.

ALTRE ATTIVITA’ SVOLTE LEGATE AL CALENDARIO DEL CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA: CONFERENZE, CELEBRAZIONI E DIDATTICA

19/10: Presentazione del libro Dolesi al Fronte. La Prima Guerra Mondiale al teatro parrocchiale di Sambruson di Dolo
02/11: Rappresentazione teatrale degli studenti della scuola media Aldo Moro di Campagna Lupia, organizzata dall’istituto scolastico, sotto la direzione del prof. Francesco Zagolin e la partecipazione del Coro Voci della Riviera del Brenta.
04/11: conferenza organizzata da Stradafare all’interno di Villa Pisani a Stra. Relatori: Fiorenzo Andreatta (Mondo Agricolo Caselle de Ruffi) e Ivan B. Zabeo (Riviera al Fronte).
11/2018 – Bojon, scuola media – Lezione “La Grande Guerra spiegata ai ragazzi” (Dott. Alberto Donadel;
11/2018, Stra, biblioteca – Conferenza “La Riviera del Brenta in guerra e i suoi cittadini protagonisti” (Dott.ri Ivan B. Zabeo e Enrico Moro);
11/2018, Vigonovo, sala polivalente – Conferenza “La guerra in Riviera del Brenta, uomini e storie” (Dott.ri Alberto Donadel e Antonio Vittorio Giacomini);
11/2018, Dolo, ITCS “Maria Lazzari” – Conferenza “Il lato umano della Grande Guerra: la comunicazione istituzionale nei documenti dell’archivio storico della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Venezia e laguna” (Dott. Antonio Vittorio Giacomini);
11/2018 – Dolo, sala consigliare – Conferenza “Alfredo Ortali, da Dolo al fronte, storia di un volontario“.

Don Luigi Janes, cappellano militare ad Arino

Don Luigi Janes nacque a Polcenigo (PN) il 13 giugno 1891, dai

Il cappellano militare Don Luigi Janes
Il cappellano militare Don Luigi Janes

coniugi Giuseppe e Maria Nardi;  è ordinato sacerdote il 9 maggio 1915 e nello stesso anno prese parte, quale cappellano militare dell’8° Reggimento Alpini, Btg. Tolmezzo, alla Grande Guerra.
Per i fatti cui fu protagonista sul Pal Piccolo (Carnia) nei giorni 26 e 27 marzo 1916 fu insignito di una prima Medaglia di Bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione: “Si recava volontariamente sul campo della lotta, dove, oltre ad esercitare il proprio ministero, noncurante del pericolo e con spirito di elevata abnegazione, soccorreva i feriti, cooperava a salvataggi e prestava aiuto all’opera degli ufficiali medici“.

A distanza di qualche mese, in occasione degli scontri avvenuti sul Pal Grande (Carnia) il giorno 29 giugno 1916, ricevette una seconda Medaglia di Bronzo per il seguente motivo: “Cappellano militare, in giorni d’intenso bombardamento, frequentemente si portò nei punti più battuti, per l’esercizio del proprio ministero presso i feriti e morenti, sempre sprezzante del pericolo, portando dovunque la sua parola di conforto. Fu anche di forte aiuto nello sgombro dei morti e feriti, prestandosi, ove il bisogno lo richiese, alla prima cura di questi ultimi“.

Comandato poi a prestare la sua opera presso l’Ospedale da campo n. 203 di Pianiga/Arino, di cui si è già accennato in un precedente articolo, egli vi esercitò il mandato fino alla fine del conflitto.
Relativamente all’Ospedale da campo n. 203 non sono molte le informazioni reperite. Una, però, è possibile sottoporla alla vostra attenzione. Si tratta di una cartolina, individuata in internet, spedita a casa da uno dei numerosi degenti che qui vennero ricoverati e che probabilmente si affidarono al conforto cristiano di Don Luigi.

Cartolina spedita il 16 novembre 1918 dall'Ospedale da campo n. 203 di Arino di Dolo
Cartolina spedita il 16 novembre 1918 dall’Ospedale da campo n. 203 di Arino di Dolo

Don Luigi Janes, arciprete di Azzano Decimo
Don Luigi Janes, arciprete di Azzano Decimo

Qualche anno dopo, don Luigi lo si ritrova presso l’arcipretura di Azzano Decimo (PN), di cui aveva preso formale possesso l’8 dicembre 1931; dopo una parentesi lavorativa nel comune azzanese durata un decennio, durante il quale aveva rivestito anche la carica di vicepresidente del Consiglio di Amministrazione della Cassa Rurale di San Pietro Apostolo – salvo diventarne presidente negli anni ’32-’37 -, Don Luigi Janes venne trasferito nella parrocchia di Teglio Veneto.

Fonti:

http://www.ilpopolopordenone.it

http://www.noialpini.it/cappellani-decorati-15-18.htm

http://www.parrocchiaazzanodecimo.it

http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/#

http://fotoalbum.virgilio.it/ellelory/cartaceo/cartoline-1/tematiche/storiapostale/cartolinaospedaleda.html

Alberto Donadel

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