Attività 2024

L’anno del Decennale, un anno che deve vederci impegnati a festeggiare ma anche a far conoscere sempre di più le nostre attivit quindi un altro anno estremamente ricco di proposte e anche di interventi che ci vengono chiesti dalle amministrazioni e da amici vari.

Abbiamo portato l’Associazione a poter ricevere elargizioni liberali e ci siamo omagggiati con il dépliant del Decennale

Abbiamo festeggiato con i soci, gli amici storici, le associazioni partner alla cena sociale (con la presenza della bicicletta di Gino Bartali (grazie a Fiorenzo Andreatta), oltre ad aver organizzato conferenze per continuare a promuovere il libro di

IVAN B. ZABEO: “La guerra in casa (1940-1945). Persone e avvenimenti nel territorio brentano nel secondo conflitto mondiale“, 2023;

Abbiamo dato alle stampe la seconda fatica di STEFANO FURLANETTO: “Prigionieri nella storia. Cesare Furlanetto – IMI e i compagni di stalag“, 2024; a voi il video della presentazione di Campolongo Maggiore

E sempre a Campolongo Maggiore, grazie all’interessamento del Sindaco abbiamo portato anche la mostra di Amos Scorzon

Siamo stati invitati a presenziare alle feste di piazza a Dolo e Santa Maria di Sala per farci conoscere e per raccogliere storie da parte delle persone che ci incontravano

Abbiamo testato la capacità di organizzare un’intera estate di conferenze in una specifica località come Borbiago per portare avanti ancora una volta il Progetto RAF per il Sociale. Ed è stato un ottimo successo!!

A breve posteremo il video

Per il resto … seguiteci….

La guerra in casa (1940-1945). Persone e avvenimenti nel territorio brentano nel secondo conflitto mondiale

IL LIBRO

La guerra in casa – Vite e protagonisti della Riviera del Brenta nel secondo conflitto mondiale” è la ricostruzione di un grande puzzle: tante vicende prima slegate tra di loro oggi vengono assemblate e unite all’interno di una grande cornice spazio-temporale. Ecco che il libro diventa la cronistoria di quanto avvenuto in Riviera del Brenta nel periodo 1940-1945.
Il libro intende fornire una panoramica completa sui fatti avvenuti in Riviera del Brenta prendendo in considerazione il periodo che va dalla fine della Grande Guerra fino alla ricostruzione avviata nel 1945.
Vengono raccontate le rivolte sociali avvenute prima dell’avvento del regime fascista e il primo incontro ufficiale tra Mussolini e Hitler avvenuto in Villa Pisani a Stra nel giugno 1934. Grazie ad anni di studio di Riviera al Fronte e di incontri avvenuti con le famiglie, viene raccontata la guerra dei rivieraschi sui vari fronti della guerra fascista in Europa e in Africa. Viene riservato ampio spazio alla guerra di Liberazione e al secondo dopoguerra, tratteggiando un profilo importante, quello di Francesco Petrin, liberale, primo Sindaco di Pianiga nel 1945 e candidato all’Assemblea Costituente nel 1946.
Zabeo ci riporta indietro a quegli anni drammatici per la storia locale e nazionale raccontando i paesi e i protagonisti. Offre punti di riflessione e di dibattito, partendo dal fatto che la grande Storia viene realizzata dalle persone e non solo dalle ideologie e dalla politica. Ed è anche per questo che le appendici vedono la presenza delle foto dei protagonisti narrati nei vari capitoli.

L’AUTORE

Ivan Bruno Zabeo si laurea in Scienze Politica a Padova nel 2011. Fondatore dell’associazione Riviera al Fronte nel 2014 e ideatore della cerimonia dei Gagliardetti della Memoria nel 2015, nel 2016 pubblica “Dolesi al Fronte. La Prima Guerra Mondiale” e nel 2023 è co-autore di “Pianiga. Ai suoi eroi”.

Con i soci di Riviera al Fronte ha contribuito a realizzare mostre sul tema Prima e Seconda Guerra Mondiale, il Centenario della Vittoria della Grande Guerra nel 2018 e, in occasione della pandemia, organizza le diverse edizioni della Staffetta della Memoria con la partecipazione di numerosi storici e appassionati. Ha contribuito a far sorgere il Coordinamento degli storici della Riviera del Brenta e del Miranese e ha collaborato con diversi enti comunali e morali per il recupero della memoria. Ha collaborato con la redazione di Metropolitano.it con diversi articoli di natura storica e interviste dedicate agli italiani all’estero.

Pianiga ai suoi eroi. Il monumento e i caduti

Il libro narra le vicende del Comune veneziano partendo dalla disamina del monumento ai caduto, attorno al quale, poi, viene ad incentrarsi la storia dei soldati pianighesi periti durante la Grande Guerra.
Dopo un’analisi del territorio comunale tra XIX e XX secolo, attraverso un excursus storico che mira a fornire un quadro economico, politico, sociale e culturale del territorio, senza dimenticarsi di fornire una fotografia del Comune negli anni del Primo conflitto mondiale, con le sue struddure difensive, le sue regole e le strutture sanitare e militare approntate in quegli anni, gli autori rivolgono le loro attenzioni alle vite dei numerosi caduti che Pianiga e le sue frazioni ebbero a piangere tra il 1915 ed il 1920.
Come nel primo libro di Zabeo, “Dolesi al fronte“, le storie si susseguono non in ordine alfabetico ma cronologico, inquadrandole all’interno del contesto bellico in cui i singoli militi vissero i loro ultimi giorni di calvario.
Una nota importante viene fatta all’interno del testo. Benché non residente, ma nativo del luogo, tra i vari soldati viene ricordata anche la figura di un fucilato, ritornata a noi dall’oblio della censura dell’epoca.

La presentazione del libro a Pianiga
La presentatrice Alessandra Cescon, gli autori Ivan, Martina, Gloria, il sindaco Federico Calzavara

Attività 2022

Il 2022 si apre con maggiore positività rispetto all’anno precedente: la caduta di molte restrizioni legate al problema pandemico, l’ingresso di nuovi soci all’interno del gruppo ed il conseguente spalancarsi di nuove zone di ricerca e divulgazione storica, ci danno nuova linfa.

25 aprile
STAFFETTA SOCIAL FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

Anche quest’anno si opta per raggiungere una più ampia utenza attraverso il nostro canale YouTube, pubblicando, scadenzati nell’arco di tutta la giornata, una quarantina di video incentrati sul tema della Seconda guerra mondiale.

Il grande impegno di tutte le persone ed associazioni coinvolte e il consueto elevato livello del materiale proposto dai partecipanti, ci permettono, ancora una volta, di offrire uno spaccato inedito della tragedia della Seconda guerra mondiale per testimoniare quanto la guerra sia tragica sempre ed ovunque e quanto sia intenso il profumo della pace.

I giorni che stiamo vivendo ci fanno ricordare che non si deve mai abbassare la guardia nella difesa della libertà e della democrazia anche se tecnologia e mondo globalizzato permettono di far girare più velocemente le idee di pace e progresso.

Riteniamo che la cultura, la ricerca storica e, soprattutto la sua divulgazione, debbano proseguire utilizzando anche le metodologie tecnologiche, per mantenere sempre alto il significato della memoria e del ricordo e per proclamare intensamente la voglia di pace che la conoscenza delle tragedie del passato può agevolare.

9 ottobre
VII EDIZIONE DEI GAGLIARDETTI DELLA MEMORIA

La possibilità di ritrovarsi come un tempo all’interno delle sale messe a disposizione dagli Enti Locali, ci consente di ritornare in mezzo alla gente con la nostra oramai consolidata cerimonia dei “Gagliardetti della Memoria“. La ricca documentazione fotografica messaci a disposizione delle famiglie e la presenza di un’ampia e nuova platea, ci permette di far luce sulle vite di tanti nuovi reduci.
La cerimonia, molto sentita, vede ricordati 6 soldati delle Grande Guerra, 11 soldati (partigiani e non) della Seconda guerra mondiale e 2 soldati periti in addestramento in tempo di pace.

I video della manifestazione si possono vedere Prima parte e Seconda parte e Terza parte

La retrovia del fronte. Stra e Vigonovo durante la Grande Guerra

L’OPERA

Nel libro vengono raccontati fatti ed aneddoti concernenti i Comuni della Riviera del Brenta di Stra e Vigonovo durante la Prima guerra mondiale. Oltre a fare un excursus sulla situazione politica, economica e sociale dei due centri rivieraschi, viene approfondita la parte relativa al contesto bellico vissuto dai due Comuni, divenuti importanti poli logistici specialmente dopo i giorni di Caporetto.
Un ruolo centrale lo svolge la ricostruzione delle vite dei 149 cittadini periti durante il conflitto, attraverso documenti d’archivio, articoli di giornale e testimonianze messe a disposizione dagli eredi. Non manca infine una disamina sui vari ospedali da campo transitati nel territorio, in particolare il n. 037 (Villa Loredan-Rova) ed il n. 057 (Villa Nazionale Pisani), ed i relativi siti di sepoltura in cui trovarono iniziale sepoltura 203 soldati italiani e 15 soldati austro-ungarici.

Il testo è rivolto alle famiglie ma anche agli appassionati di storia e a tutti coloro che desiderano arricchire la propria biblioteca con un testo certamente diverso dal solito, che si rivelerà anche utile qualora si desiderasse visitare questi luoghi ed in particolare conoscere con occhi nuovi, magari visitandola, la bellissima Villa Nazionale Pisani.

GLI AUTORI

Alberto Donadel, dolese, classe 1987, è membro fondatore di “Riviera al Fronte“. Laureato in Scienze dell’Antichità con il massimo dei voti all’Università Ca’ Foscari di Venezia, si interessa di archeologia e di Prima guerra mondiale fin da bambino; da anni ricerca e ricostruisce le vicende dei caduti della Riviera del Brenta relativi al periodo 1915-1919, ma anche del territorio in cui vissero e talvolta morirono. Appassionato di montagna e di viaggi, sfrutta sempre le occasioni per raccogliere notizie, foto e dati che potrebbero tornare utili per le sue ricerche.

Armando Saccoman, residente a San Pietro di Stra, classe 1942, si è diplomato con il massimo dei voti alla Facoltà Teologica del Triveneto di Padova e per anni è stato un impiegato del Municipio di Stra. Ha pubblicato diverse ricerche in ambito storico locale e svolge numerose ricerche archivistiche presso l’archivio municipale da lui sapientemente e meticolosamente riordinato negli anni. La sua opera di ricerca ha consentito di ricostruire nel dettaglio le vicende del cimitero militare di San Pietro di Stra e di recuperare una significativa mole di dati su tutti i soldati ivi sepolti.

Un soldato con le ali. Sottotenente Pietro Aldo Cacciola: da Messina alla Riviera del Brenta – di Antonio Vittorio Giacomini

L’OPERA

Per quest’impresa editoriale con “Riviera al Fronte” e Mazanti Libri,  Antonio Vittorio Giacomini si cala nei panni di un detective storico alla ricerca della verità circa la sorte di un giovane e sfortunato pilota di caccia della RSI caduto in un caldo giorno d’estate del 1944 nei pressi di Dolo. Un errore? Un incidente? O è forse qualcosa di più?
Guidato dai pochi ma preziosissimi indizi disponibili e da una ragguardevole dose di fortuna, sia in loco che negli archivi nazionali, Antonio riesce a ricostruire nel dettaglio la nebulosa vicenda del S. Ten. Pietro Aldo Cacciola, nato di Messia il 28 agosto 1923e perito in un micidiale schianto al suolo nei pressi del canale Seriola.
L’intera ricerca, piacevolmente narrata anche a voce dallo stesso autore (libro parlato che fa uso della tecnologia del QR-Code), fa largo uso della documentazione d’archivio, impiegata senza far ricorso ad alcun punto di vista personale e rimanendo pertanto imparziale e distaccata.

L’AUTORE

Antonio Vittorio Giacomini, nato a Saletto di Borgo Veneto ma residente a Mira, si è laureato in Informazione, Media e Pubblicità ad Urbino con una tesi di Laurea giunta 2^ nel 2015 al concorso internazionale indetto dal Centro Studi e Ricerce “Mario Pannunzio” di Torino. Appassionato di paracadutismo sportivo, dal 1986 è dipendente in ruolo presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBACT).

Articolo scritto per la Marcia dei Storti 2019

Nell’edizione 2018 della Marcia dei Storti avevamo raccontato i momenti più drammatici vissuti dalla Riviera del Brenta tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Quest’anno facciamo luce sui protagonisti e sulle esperienze più importanti avvenute tra il 1943 e il 1945.

LUIGI LEVORATO, GIOVANNI MION E ROMEO ISEPETTO

luigi levorato
Luigi Levorato

Luigi Levorato, Giovanni Mion, Mario Badin e Romeo Isepetto sono tra i protagonisti più importanti della guerra di liberazione. Luigi Gigetto Levorato, classe 1897, reduce della Grande Guerra, socialista, era stato protagonista del Biennio Rosso. Nel 1922, anno della presa del potere di Mussolini, scappa con la famiglia a Modena e diventa uno dei leader del Partito Comunista clandestino; arrestato alla fine del 1926, è confinato sull’isola di Ustica perché ritenuto complice indiretto di un complotto contro il Duce. Rilasciato nel 1932 e debilitato fisicamente, torna a Dolo nel 1940. Dopo l’8 settembre 1943 è uno dei leader della resistenza locale e aiuta ex prigionieri di guerra alleati alla fuga. Nell’estate 1944 “Gigetto” è arrestato: deportato a Linz, in un campo satellite di Mauthausen, lavora per ricostruire le infrastrutture militari distrutte. Levorato sopravvive: tornato a casa, diventa segretario del Partito Comunista locale e assessore ai Lavori Pubblici, ma rifiuta la candidatura a sindaco per le elezioni del 1951. Muore nell’aprile 1958 e ai suoi funerali partecipano i massimi esponenti del PCI nazionale.

Giovanni Mion
Giovanni Mion

Mentre Levorato è prigioniero, Giovanni Mion, Mario Badin e altri partigiani ragionano sul futuro postbellico. Mion, dolese classe 1916, dopo l’8 settembre 1943 diventa il punto di riferimento della resistenza locale, intrattenendo rapporti con gli alleati e collaborando per metterne diversi in salvo. Ma viene tradito da uno di questi: un soldato sudafricano, nascosto a Pianiga, si ubriaca ed entra in contatto con i giovani fascisti locali: interrogato, il boero lo denuncia. Mion si rifugia a Vigonza per scappare alle Brigate Nere ma si consegna subito per evitare la distruzione della casa. All’inizio del 1945 viene incarcerato a Dolo assieme ad altri amici, tra questi Mario Badin: è proprio quest’ultimo a convincere Mion e gli altri carcerati a terminare la spirale d’odio ed evitare qualsiasi spargimento di sangue. Loro sono di un altro stampo e il compito principale era ricostruire presto il paese. Giovanni viene liberato in aprile, giusto in tempo per partecipare allo sminamento dei ponti e agli ultimi scontri – alcuni avvenuti lungo il percorso della Marcia – che portano alla Liberazione del 29 aprile.

isepetto
Romeo Isepetto

Romeo Isepetto è l’organizzatore della prima operazione partigiana e che avviene a Mira il 9 settembre 1943. In questa data Isepetto, assieme ad alcuni volontari, occupa il municipio mirese. I Carabinieri intervengono subito. Isepetto e Barzoni vengono arrestati e condotti alle carceri di Dolo. Per evitare una rivolta popolare, dopo pochi giorni sono trasferiti a Venezia. Nell’estate 1944 Isepetto viene internato a Mauthausen. Sopravvissuto alla prigionia e rimpatriato nel giugno 1945, fonda la Guardia Civica per arginare i disordini e diventa una figura fondamentale per i compagni del PCI. Inoltre continua la sua attività di pescatore nella laguna tra Mira e Campagna Lupia, aiutando le famiglie povere e colpite dai lutti della guerra con la pesca di frodo. Isepetto muore il 17 agosto 1947 a causa di una esplosione mentre si trova in barena. Dopo i funerali la sua storia cade nell’oblio, fino a quando Vittorio Pampagnin e altri storici locali studiano la sua vita e depongono una stele commemorativa a Giare di Mira nell’aprile 2015.

ALCUNI EVENTI TRA IL CENTRO DI DOLO E LA SERIOLA

La “Beffa del Dolo” è l’evento più sorprendente e incredibile messo a segno dalla resistenza locale. Viene compiuta da 44 uomini della Brigata Negri, provenienti da Santa Maria di Sala, Campolongo Maggiore e Sant’Angelo di Piove di Sacco. L’operazione, organizzata dal parroco di Caltana don Antonio Pegoraro e condotta da Antonio Ranzato, avviene nella notte del 26 maggio 1944: la Brigata assalta le sedi militari e politiche della RSI nel cuore di Dolo. In due ore vengono accerchiate le caserme dei Paracadutisti (una costruzione che oggi non esiste più e che era localizzata a fianco dell’attuale municipio) e dei Bersaglieri (vicina al Cinema Italia). Il colpo più importante viene compiuto ai danni di questi ultimi, quando pochi uomini ne mettono in scacco 180. Il tutto avviene senza sparare un colpo ed ecco perché si parla di beffa. Il bottino è di 150 fucili, sei mitra Beretta, due macchine da scrivere e una radio, materiale trasportato nel cimitero di Caltana e qui nascosto.

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Il cippo dedicato a Aldo Cacciola, pilota da caccia dell’Aeronautica Repubblicana, posto lungo la Seriola a Dolo

Lungo la Seriola la resistenza dolese compie sabotaggi alle linee telefoniche ma nell’estate 1944 tali attività sono sospese per via di un incidente avvenuto il 6 luglio al Sottotenente dell’Aeronautica della RSI, Pietro Aldo Cacciola, appartenente al 1° Gruppo Caccia dell’aviazione nazionale Repubblicana con base a Vicenza. Dalla città berica Cacciola, messinese, classe 1923, si alza in volo con il suo FIAT G.55 Centauro per un addestramento. Un guasto meccanico fa precipitare il velivolo e il giovane muore sul colpo.

Autori:
Ivan Bruno Zabeo (Riviera al Fronte); Vittorio Pampagnin; Corrado Mion (Anpi Dolo), Roberto Cimarosti. Per la foto del cippo si ringrazia Antonio Vittorio Giacomini.

Articolo scritto per la Marcia dei Storti 2018

La Riviera del Brenta, terra di bellissime e sfarzose ville, visitata da poeti e letterati, ha subito anch’essa i tragici eventi dei due conflitti mondiali. Il percorso della 34^ Marcia degli Storti attraversa luoghi che hanno visto il passaggio di soldati, di invasori, di resistenti. La Riviera del Brenta e i suoi cittadini avevano subito dolorose sofferenze a causa di quei drammatici eventi e alcuni luoghi lungo il percorso sono stati teatri di eventi che hanno contribuito alla rinascita del nostro Paese.

Il percorso comincia dall’Isola Bassa: l’area, che durante il Ventennio aveva subito diversi lavori con l’interramento del canale che la divideva in due, è collegata al resto del territorio da ponti che, nel corso dell’ultima guerra erano stati minati e, verso la fine del conflitto, colpiti dagli aerei alleati per rallentare le comunicazioni delle forze nazifasciste. Una delle ville principali dell’isola, Villa Andreuzzi-Bon, era un magazzino di armi e tra il novembre 1943 e la Liberazione dell’aprile 1945 i partigiani riuscirono a disarmare in diverse occasioni le varie sentinelle fasciste in servizio. La casa di riposo, inoltre, diede ospitalità ad alcuni prigionieri inglesi scappati dal campo di prigionia di Giare di Mira.

Dopo aver attraversato il Ponte del Vaso, che tra il 1943 e il 1945 era stato minato e reso obiettivo degli inglesi (nei raid erano state battute anche le aree limitrofe, con il danneggiamento di Villa Pra), si entra in via Seriola dove, tra la primavera 1944 e la fine del conflitto, i partigiani avevano intensificato le attività di sabotaggio delle vie di collegamento telefonico e telegrafico tra i comandi stanziati tra la Riviera del Brenta e la linea Gotica.

Parallelamente a via Seriola corre via Argine Sinistro, arteria principale utilizzata dai tedeschi per fuggire da Sambruson e dalla Linea Gotica. Il 24 aprile 1945, lungo questa strada i partigiani dolesi sequestrarono un camion con fusti di benzina che poi, a fine conflitto, furono distribuiti tra i comitati di Liberazione Nazionale di Dolo e Padova. Il 27 aprile 1945 fu ucciso davanti a casa il partigiano Amedeo Ferraresso, che dopo l’8 settembre 1943 raggiunse l’Alto Vicentino per combattere i tedeschi. A guerra praticamente finita decise di rientrare a casa. Giunto alla meta, ebbe la sfortuna di incappare in una colonna tedesca. Individuato con il fucile in spalla, ritenutolo una minaccia, fu freddato sul posto.

Dopo aver percorso il primo tratto di via Seriola si arriva all’incrocio con via Badoera. Si prosegue dritti, ma se si svoltasse a destra e si arrivasse alla fine della via raggiungendo il semaforo, si giungerebbe a Villa Maria, dove nell’aprile 1945 fu danneggiato un automezzo. A Sambruson, inoltre, un presidio militare tedesco fu assaltato due volte, tra il 12 maggio e il 28 giugno 1944, dalle forze partigiane dolesi. In entrambi i casi fu ingaggiato uno scontro a fuoco durato un paio d’ore e terminato in entrambi i casi con l’arrivo dei Bersaglieri della RSI accompagnati da un carro armato.

pescheria2Altre operazioni di sabotaggio furono condotte all’altezza del Ponte di via Carrezzioi tra Dolo e Mira e al di là del Naviglio. Proseguendo per via Seriola e arrivando a Mira, si arriva alla Pescheria. È qui che avviene una delle due battaglie tra i partigiani miresi e le forze nazi-fasciste: il 29 aprile, poche ore prima dell’arrivo degli alleati, alcuni partigiani della Brigata Negri impegnarono le forze tedesche in ritirata sull’altra sponda a colpi di mitragliatrice e colpi di moschetto. Durante lo scontro uno dei resistenti riuscì nell’impresa di issare coraggiosamente il Tricolore sul pennone della pescheria.

vilal lanza miraEffettuando il percorso più lungo della Marcia degli Storti, si passerà anche per i vecchi stabilimenti della Mira Lanza e davanti all’omonima villa. Gli stabilimenti della vecchia fabbrica di candele, così come Villa Colloredo/dei Leoni, erano stati utilizzati anche nel corso della Grande Guerra per ospitare centinaia di feriti e malati provenienti dal fronte. Gli stabili ospitarono l’ospedale di tappa 237 che arrivò a contare 840 letti e una sala operatoria, oltre a un teatro e sale per le attività ricreative. Vent’anni più tardi, invece, villa Lanza fu requisita dalle SS per crearvi il loro quartier generale, abbandonato il 25 aprile 1945. Il ponte davanti alla villa era stato minato.

Proseguendo per Mira Porte si segnala l’occupazione di Villa Principe Pio, in via don Minzoni. Poco distante, nella zona di Valmarana, la Brigata Cremona, che combatteva sotto il Tricolore dell’Italia cobelligerante degli alleati, e i carri armati inglesi attaccarono le ultime forze della Wermacht in ripiegamento verso via Nazionale, causando diverse vittime.

Proseguendo verso Dolo si segue la “Strada Bassa”, ma al di là della riva le ville Venier e Bonlini, oggi Casa Paterna, erano state requisite delle forze dell’Asse. Ma ritorniamo nel territorio di Dolo per parlare di un fatto atroce e anche questo rimasto nel dimenticatoio: il 20 febbraio 1945 un aereo alleato, dopo averlo mitragliato, colpì con una bomba un tram al Casello 12, davanti a Villa Ducale, all’epoca Villa Ciceri, sede di un comando. Il tram, carico di soldati tedeschi ma anche di civili, saltò in aria: morirono moltissime persone; don P. Gios in I parroci della Riviera del Brenta e della Bassa Saccisica nella Resistenza riporta la relazione di don Fares che cita 72 vittime, per la maggior parte soldati ma con un alto numero di civili, alcuni dei quali dolesi. A seguito di questo raid, i giovani del paese gettarono le armi nel Naviglio per recuperarle poi a guerra finita.

badoer fattorettoPoco più avanti si arriva a Villa Badoer-Fattoretto. Dalla fine del 1917, a seguito della ritirata di Caporetto, il Comando della Terza Armata la requisì per istituirvi l’ospedale da campo 0154 e che contava un centinaio di posti letto. Fu operativo anche dopo il 4 Novembre 1918, giorno della fine delle ostilità, fino alla fine dell’anno. Molti furono i soldati italiani deceduti tra la fine del 1917 e la fine del 1918. La villa fu requisita anche nel corso del secondo conflitto mondiale, a partire dal 1943, dalle autorità militari tedesche per allestirvi il loro ospedale. Erano però presenti anche gli uffici di alcune organizzazioni di lavoro naziste che, alla pari della più famosa organizzazione Todt, realizzavano fortificazioni militari, bunker, sistemi di difesa. Davanti alla villa, il ponte: questo era stato minato ma in molte occasioni i partigiani dolesi riuscirono a sabotare gli automezzi tedeschi. Si presume che in questo snodo collegante Dolo e Sambruson il 29 aprile 1945 le truppe alleate avessero incrociato quelle tedesche in ritirata: dopo un breve scontro a fuoco, a cui parteciparono anche alcuni partigiani locali, 238 uomini si arresero e furono condotti in un campo di prigionia in via Alture.

Il nostro percorso ritorna quindi in Isola Bassa e si conclude allo Squero. Ci piace ricordare quel 29 aprile 1945, quando Dolo e la Riviera del Brenta furono liberate. È anche in questa riva che i dolesi videro passare decine di carri armati che stavano andando verso Venezia. Questo passaggio non avvenne tranquillamente, tanto che i carri britannici spararono un colpo contro il campanile, dove i tedeschi avevano posizionato una mitragliatrice da usare contro i ricognitori della Royal Air Force: alcuni partigiani, saliti in cima per salutare la tanto sospirata liberazione, furono scambiati per cecchini. Fortunatamente non ci furono vittime, ma fu un segnale di allerta per gli alleati che poi, all’altezza del ponte di via Zinelli, si trovarono a fare i conti con alcuni irriducibili cecchini fascisti.

Quanto riportato è frutto di anni di studi e ricerche compiute da Riviera al Fronte. Per la Grande Guerra, molto è stato riportato nel libro Dolesi al Fronte. La Prima Guerra Mondiale, che si è avvalsa della collaborazione del Comune di Dolo e dei vari archivi di Stato del Veneto, oltre che delle parrocchie dolesi; per quanto riguarda la Seconda Guerra Mondiale, è stata fondamentale la consultazione dell’archivio della sezione Anpi di Dolo. Il lavoro, marginale e che intende espandersi grazie al contributo della comunità, vuol essere un omaggio a coloro che hanno combattuto. In questo caso, questo scritto intende ricordare uomini come Erminio Ferretto, ucciso dalle Brigate Nere a Mogliano Veneto nel febbraio 1945; Cataldo Presicci, giustiziato a Padova nell’agosto 1944 dopo aver sostenuto la Resistenza dolese, nonostante la sua divisa di ufficiale della RSI; Giovanni Mion, Ermes e Vittorio Parolini, Romeo Isepetto, Luigi Levorato, Giovanni Boffo, Cesare Ometto, Renato Faggian, Santo Marcato, Giovanni Zabeo, Sergio e Battista Braga, ma anche le decine di soldati da tutte le regioni italiane che hanno trovato la morte nelle ville della Riviera del Brenta.

Attività 2017

Quest’anno decidiamo di rivolgere le nostre attenzioni ad un tema che fin’ora è rimasto a noi un po’ celato: la Seconda Guerra Mondiale e le guerre che la anticiparono di qualche anno, quali Etiopia e Spagna.
E’ proprio ad esse che si rivolgono la nostra mostra annuale e la 4^ ed. dei nostri Gagliardetti della Memoria.

Dal 4 novembre al 3 dicembre 2017
1935-1945 GUERRE E STORIE DI UOMINI E MEZZI

Con le associazioni modellistiche Flying Lions e Aquile Tonanti, unitamente alla collaborazioni dell’A.N.C.R. e dell’A.N.P.I., dell’ass.ne Arcobaleno e dell’I.T.C.S. “Maria Lazzari” di Dolo, viene allestita nelle sale dell’ex-Macello di Dolo, un’esposizione di cimeli, foto, modellini e biografie di uomini che anno preso parte alla storia d’Italia partendo dalla Riviera del Brenta.
Una particolare sezione viene dedicata ai combattenti, partigiani e patrioti, che si opposero al nazifascismo attraverso azioni di guerriglia, incursioni, sabotaggi ma anche dando ospitalità e rifugio a prigionieri di guerra, ebrei e perseguitati politici. In questa sezione viene proiettato un video, girato da noi nei luoghi della Riviera del Brenta che furono protagonisti di questi eventi.

Con l’appoggio del cinema “Italia” viene realizzato anche un cineforum in cui vengono proiettati quattro film selezionati per la loro trama, contenuto e messaggio:

Attività 2019

Le attività di quest’anno ricevono una nuova linfa grazie alla realizzazione del Coordinamento delle Associazioni storico-culturali della Riviera del Brenta e del Miranese. Tale organo riunisce tutte le associazioni ed i singoli studiosi appassionati di storia e cultura locale creando una rete di contatti e di pubblicità reciproca, atta a sostenere le attività di ricerca di ognuno.


8-9 giugno 2019
IN MEMORIA DI ROMANO DONI

Una due giorni di incontri e celebrazioni destinate a ricordare e a celebrare la figura di Romano Doni, un uomo d’altri tempi, un soldato radiotelegrafista che, con enorme spirito d’altruismo e sacrificio, riuscì ad avvertire la popolazione di un piccolo paese dell’entroterra siculo (Roccalmuto, AG) dell’imminente bombardamento alleato. Tutto questo senza che le sue informazioni, appena captate dal nemico, venissero prese sul serio dai suoi superiori e vivendo poi, dopo la guerra, la sua vita di tutti i giorni, senza chiedere nulla a nessuno ma dedicandosi alla sua famiglia, alla sua terra e al suo lavoro.
A distanza di tanti anni di silenzio, grazie ad un incontro voluto dal destino tra Samuele Doni, nipote di Romano, e la Prof.ssa Maria Gabrielli Pasquali, docente universitaria e studiosa dell’intelligence militare, la storia di quest’uomo viene finalmente rispolverata e onorata. programma completo.

3 e 10 novembre 2019
UNA TARGA PER I CADUTI AUSTRO-UNGARICI

Nelle giornate del 3 e del 10 novembre si sono svolte due cerimonie connesse con il ricordo dei soldati austro-ungarici periti nell’inverno 1918/1919 nei campi di prigionia di Camponogara.

Nella giornata del 3, unitamente alle celebrazioni del giorno della Vittoria ed al ricordo dei caduti italiani, nel corso della cerimonia svoltasi a Camponogara è stata consegnata al Comune una targa realizzata a seguito delle ricerche del nostro socio Alberto Donadel presso gli archivi comunali e parrocchiali. Alberto ha infatti potuto accertare che, nel corso della Grande Guerra, nei cimiteri di Camponogara e di Prozzolo trovarono sepoltura 10 soldati imperial-regi di cui 3 rimasti ignoti. Tali soldati, dopo le risistemazioni cimiteriali, vennero definitivamente traslati nell’ossario comunale di Prozzolo in via definitiva.

Qui puoi vedere la presentazione dello studio e il discorso di Donadel

Il 10 novembre si è quindi svolta nel cimitero di Prozzolo la cerimonia di inaugurazione della targa che, appesa all’interno del camposanto, ricorderà nel tempo questi ragazzi. Alla cerimonia hanno preso parte il Direttore del Sacrario Militare di Follina Marcello Tomasi, già portavoce dell’Osterreichisches Schwarzes Kreuz in Italia, il rappresentante del Console ungherese dell’Ambasciata di Verona e numerose associazioni d’arma. Ad impreziosire la cerimonia sono poi stati i rievocatori dell’ass.ne “Il Nuovo Fronte” in divisa austro-ungarica ed italiana.

La targa oggi affissa nel cimitero di Prozzolo
Il Sindaco Antonio Fusato accanto alla rappresentanza consolare
Da sx a dx: Marcello Tomasi Direttore del Sacrario di Follina, il Sindaco tra i rievocatori dell’ass.ne “Il Nuovo Fronte”, socio Samuele Doni in uniforme da fante italiano, il Presidente di Riviera al Fronte Ivan B. Zabeo, il socio ed autore della ricerca Alberto Donadel ed il rappresentante consolare ungherese
La targa esposta al pubblico

21 novembre 2019
LA GRANDE GUERRA ATTRAVERSO LE IMMAGINI SATIRICHE DI AMOS SCORZON

Nella serata del 21 novembre si è tenuta a Vigonovo una conferenza interamente dedicata alla figura del vignettista e pittore dolese Amos Scorzon.
La conferenza è stata tenuta da Enrico Moro, già autore del libro “Cronache della Riviera del Brenta” e curatore della mostra itinerante sempre dedicata a Scorzon.

29 novembre 2019
SERATA PER I 5 ANNI DI RIVIERA AL FRONTE

Un momento della serata del 29 novembre 2019

Nella serata del 29 novembre Riviera al Fronte ha festeggiato con tutti i soci, i sostenitori e gli amici i 5 anni di attività. Una serata conviviale presso il ristorante “Al Fogher” di Camponogara, fatta di nuove amicizie, ritrovi tra vecchi amici, momenti di riflessione e di svago…soprattutto quando, con un filmato “eroico”, sono stati ricordati e ringraziati tutti coloro che hanno reso grande e sempre più importante questa associazione, fin dalla sua fondazione.
Persone che anche in questa sede, desideriamo ringraziare con tutto il cuore!

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