Nel libro vengono raccontati fatti ed aneddoti concernenti i Comuni della Riviera del Brenta di Stra e Vigonovo durante la Prima guerra mondiale. Oltre a fare un excursus sulla situazione politica, economica e sociale dei due centri rivieraschi, viene approfondita la parte relativa al contesto bellico vissuto dai due Comuni, divenuti importanti poli logistici specialmente dopo i giorni di Caporetto. Un ruolo centrale lo svolge la ricostruzione delle vite dei 149 cittadini periti durante il conflitto, attraverso documenti d’archivio, articoli di giornale e testimonianze messe a disposizione dagli eredi. Non manca infine una disamina sui vari ospedali da campo transitati nel territorio, in particolare il n. 037 (Villa Loredan-Rova) ed il n. 057 (Villa Nazionale Pisani), ed i relativi siti di sepoltura in cui trovarono iniziale sepoltura 203 soldati italiani e 15 soldati austro-ungarici.
Il testo è rivolto alle famiglie ma anche agli appassionati di storia e a tutti coloro che desiderano arricchire la propria biblioteca con un testo certamente diverso dal solito, che si rivelerà anche utile qualora si desiderasse visitare questi luoghi ed in particolare conoscere con occhi nuovi, magari visitandola, la bellissima Villa Nazionale Pisani.
GLI AUTORI
Alberto Donadel, dolese, classe 1987, è membro fondatore di “Riviera al Fronte“. Laureato in Scienze dell’Antichità con il massimo dei voti all’Università Ca’ Foscari di Venezia, si interessa di archeologia e di Prima guerra mondiale fin da bambino; da anni ricerca e ricostruisce le vicende dei caduti della Riviera del Brenta relativi al periodo 1915-1919, ma anche del territorio in cui vissero e talvolta morirono. Appassionato di montagna e di viaggi, sfrutta sempre le occasioni per raccogliere notizie, foto e dati che potrebbero tornare utili per le sue ricerche.
Armando Saccoman, residente a San Pietro di Stra, classe 1942, si è diplomato con il massimo dei voti alla Facoltà Teologica del Triveneto di Padova e per anni è stato un impiegato del Municipio di Stra. Ha pubblicato diverse ricerche in ambito storico locale e svolge numerose ricerche archivistiche presso l’archivio municipale da lui sapientemente e meticolosamente riordinato negli anni. La sua opera di ricerca ha consentito di ricostruire nel dettaglio le vicende del cimitero militare di San Pietro di Stra e di recuperare una significativa mole di dati su tutti i soldati ivi sepolti.
Quest’anno decidiamo di rivolgere le nostre attenzioni ad un tema che fin’ora è rimasto a noi un po’ celato: la Seconda Guerra Mondiale e le guerre che la anticiparono di qualche anno, quali Etiopia e Spagna. E’ proprio ad esse che si rivolgono la nostra mostra annuale e la 4^ ed. dei nostri Gagliardetti della Memoria.
Dal 4 novembre al 3 dicembre 2017 1935-1945 GUERRE E STORIE DI UOMINI E MEZZI
Con le associazioni modellistiche Flying Lions e Aquile Tonanti, unitamente alla collaborazioni dell’A.N.C.R. e dell’A.N.P.I., dell’ass.ne Arcobaleno e dell’I.T.C.S. “Maria Lazzari” di Dolo, viene allestita nelle sale dell’ex-Macello di Dolo, un’esposizione di cimeli, foto, modellini e biografie di uomini che anno preso parte alla storia d’Italia partendo dalla Riviera del Brenta. Una particolare sezione viene dedicata ai combattenti, partigiani e patrioti, che si opposero al nazifascismo attraverso azioni di guerriglia, incursioni, sabotaggi ma anche dando ospitalità e rifugio a prigionieri di guerra, ebrei e perseguitati politici. In questa sezione viene proiettato un video, girato da noi nei luoghi della Riviera del Brenta che furono protagonisti di questi eventi.
Con l’appoggio del cinema “Italia” viene realizzato anche un cineforum in cui vengono proiettati quattro film selezionati per la loro trama, contenuto e messaggio:
Le attività di quest’anno ricevono una nuova linfa grazie alla realizzazione del Coordinamento delle Associazioni storico-culturali della Riviera del Brenta e del Miranese. Tale organo riunisce tutte le associazioni ed i singoli studiosi appassionati di storia e cultura locale creando una rete di contatti e di pubblicità reciproca, atta a sostenere le attività di ricerca di ognuno.
8-9 giugno 2019 IN MEMORIA DI ROMANO DONI
Una due giorni di incontri e celebrazioni destinate a ricordare e a celebrare la figura di Romano Doni, un uomo d’altri tempi, un soldato radiotelegrafista che, con enorme spirito d’altruismo e sacrificio, riuscì ad avvertire la popolazione di un piccolo paese dell’entroterra siculo (Roccalmuto, AG) dell’imminente bombardamento alleato. Tutto questo senza che le sue informazioni, appena captate dal nemico, venissero prese sul serio dai suoi superiori e vivendo poi, dopo la guerra, la sua vita di tutti i giorni, senza chiedere nulla a nessuno ma dedicandosi alla sua famiglia, alla sua terra e al suo lavoro. A distanza di tanti anni di silenzio, grazie ad un incontro voluto dal destino tra Samuele Doni, nipote di Romano, e la Prof.ssa Maria Gabrielli Pasquali, docente universitaria e studiosa dell’intelligence militare, la storia di quest’uomo viene finalmente rispolverata e onorata. programma completo.
3 e 10 novembre 2019 UNA TARGA PER I CADUTI AUSTRO-UNGARICI
Nelle giornate del 3 e del 10 novembre si sono svolte due cerimonie connesse con il ricordo dei soldati austro-ungarici periti nell’inverno 1918/1919 nei campi di prigionia di Camponogara.
Nella giornata del 3, unitamente alle celebrazioni del giorno della Vittoria ed al ricordo dei caduti italiani, nel corso della cerimonia svoltasi a Camponogara è stata consegnata al Comune una targa realizzata a seguito delle ricerche del nostro socio Alberto Donadel presso gli archivi comunali e parrocchiali. Alberto ha infatti potuto accertare che, nel corso della Grande Guerra, nei cimiteri di Camponogara e di Prozzolo trovarono sepoltura 10 soldati imperial-regi di cui 3 rimasti ignoti. Tali soldati, dopo le risistemazioni cimiteriali, vennero definitivamente traslati nell’ossario comunale di Prozzolo in via definitiva.
Il 10 novembre si è quindi svolta nel cimitero di Prozzolo la cerimonia di inaugurazione della targa che, appesa all’interno del camposanto, ricorderà nel tempo questi ragazzi. Alla cerimonia hanno preso parte il Direttore del Sacrario Militare di Follina Marcello Tomasi, già portavoce dell’Osterreichisches Schwarzes Kreuz in Italia, il rappresentante del Console ungherese dell’Ambasciata di Verona e numerose associazioni d’arma. Ad impreziosire la cerimonia sono poi stati i rievocatori dell’ass.ne “Il Nuovo Fronte” in divisa austro-ungarica ed italiana.
21 novembre 2019 LA GRANDE GUERRA ATTRAVERSO LE IMMAGINI SATIRICHE DI AMOS SCORZON
Nella serata del 21 novembre si è tenuta a Vigonovo una conferenza interamente dedicata alla figura del vignettista e pittore dolese Amos Scorzon. La conferenza è stata tenuta da Enrico Moro, già autore del libro “Cronache della Riviera del Brenta” e curatore della mostra itinerante sempre dedicata a Scorzon.
29 novembre 2019 SERATA PER I 5 ANNI DI RIVIERA AL FRONTE
Nella serata del 29 novembre Riviera al Fronte ha festeggiato con tutti i soci, i sostenitori e gli amici i 5 anni di attività. Una serata conviviale presso il ristorante “Al Fogher” di Camponogara, fatta di nuove amicizie, ritrovi tra vecchi amici, momenti di riflessione e di svago…soprattutto quando, con un filmato “eroico”, sono stati ricordati e ringraziati tutti coloro che hanno reso grande e sempre più importante questa associazione, fin dalla sua fondazione. Persone che anche in questa sede, desideriamo ringraziare con tutto il cuore!
Obiettivo della ricerca è stata la riscoperta della storia quasi contemporanea di una comunità partendo dalle notizie dei giornali e implementandole con i documenti degli archivi comunali, parrocchiali e dell’Ospedale senza dimenticare tutto ciò che si recupera nel web per far vivere la quotidianità di un periodo storico poco studiato in Riviera del Brenta. Sono stati riportati alla luce avvenimenti quotidiani, piccole storie, aneddoti, commenti dei giornali a vicende più o meno locali, personaggi della cultura, amministratori comunali e politici di rilevo, ma anche volti meno noti che hanno reso vivo e significativo il vivere giornaliero dell’epoca. Il testo è un susseguirsi di eventi (elezioni, feste religiose e laiche, mercati), realizzazione di infrastrutture (scuole, fabbriche, ospedale, case di riposo) arricchito da quasi 500 foto di personaggi, manifesti e appelli al popolo, documenti, tabelle e tavole pittoriche che lo rendono leggibile a chiunque voglia avere un quadro della Riviera del Brenta dall’inizio del 1800 alla Prima Guerra Mondiale.
L’AUTORE
Enrico Moro, nato a Dolo il 9 novembre 1965, si è laureato in Scienze Forestali a Padova e da 20 anni opera in Banca Mediolanum come consulente finanziario. Per anni ha scritto articoli di tema naturalistico su testate locali e si ritiene un raccoglitore di notizie di storia locale.
Pelizza Giuseppe era figlio di Umberto e Menegazzo Maria.
Nato a Camponogara il 20 marzo 1922, al momento della chiamata alle armi risultava essere celibe e residente nel paese natale in Via Casino Rosso n. 16.
Al momento della visita di leva, avvenuta il 10 marzo 1941, venne registrato con la matricola 11.009 e segnalato come agricoltore istruito. Dopo un periodo di congedo dal servizio, venne richiamato il 21 gennaio 1942 ed inviato alla Scuola Applicazione Artiglieria e Genio (1° Btg.) di Torino, in territorio dichiarato in stato di guerra; trasferito a Casale Monferrato (AL) presso il Deposito del 1° Rgt. Artiglieria di Corpo d’Armata, 155° Gruppo, 29a Batteria, tra il settembre 1942 ed il marzo 1943 prese parte a diversi corsi abilitativi che lo portarono a conseguire i certificati d’idoneità valevoli per la guida di autocarri ed automezzi militari quali i modelli Fiat Medio, Fiat 18 B.L.R. e Bianchi.
Il 1° aprile 1943 venne assegnato al 1° Rgt. Artiglieria di Corpo d’Armata mobilitato ed inviato ad operare in Francia il 1° maggio.
Con la caduta del regime fascista, l’8 settembre 1943 venne catturato dalle truppe tedesche e deportato in Germania. Internato con la matricola n. 569, in data 19 novembre 1943 scrisse ai genitori la seguente lettera destinata agli internati:
“Carissimi genitori il mio stato di salute è ottimo così vorrei sperare anche di voi. Anzi molto desiderio di sapere di notizie di mia Mamma. Non datevi pensiero di me iomi trovo bene [segue un’altra riga sbiaditasi nel tempo]”
A causa dei patimenti provati nel Lager – indicato con un generico “M. Stammlager V. C.” – si ammalò di tubercolosi polmonare bilaterale aperta decedendo il 31 luglio 1944. Venne quindi sepolto nel cimitero di Nagold, settore XXIV, tomba n. 22 ed in seguito traslato nel Cimitero Militare Italiano d’Onore (Walfriedhof) di Monaco di Baviera negli anni 1968.
Dopo l’avvio di una complessa trattativa, per volontà degli eredi le spoglie mortali di Giuseppe sono finalmente rientrate in Italia, venendo sepolte nel cimitero di Vigonovo l’11 ottobre 2008.
Insignito della Medaglia Commemorativa della Campagna di guerra 1943-1944; Croce al Merito di Guerra 1940-1945; Croce al Merito di Guerra in qualità di deportato.
NOTE: è importante precisare che al deportato non era possibile fornire indicazioni sul luogo in cui si trovava e ciò spiegherebbe il motivo dell’indicazione generica di “Stammlager“. Data la località di sepoltura, è probabile si trovasse nel lager di Nagold, uno dei tanti sottocampi presenti in Germania.
Fonti:
Foglio Matricolare 11009/1922
Articolo de “Patria Indipendente” del 14 dicembre 2008, anno XII
Documentazione conservata presso la fam. Pelizza di Vigonovo, che si ringrazia per la partecipazione.
Vanzan Matteo nacque a Dolo il 1° ottobre 1981 ma risiedette
insieme ai genitori a Camponogara. Ragazzo schietto e vivace, a detta di chi lo conosceva, la sua storia rientra all’interno di quelle che accomunano ancora oggi molti giovani impegnati nelle missioni di pace all’estero. Andrea Angeli, ex portavoce della Protezione Civile, che assistette ai momenti fatali di Matteo, in un’intervista rilasciata per Il Gazzettino del 17 maggio 2014, ebbe modo di dire che “[…] spiccava perché era un ragazzone grande, io lo chiamavo il “gigante col volto da bambino” […]“.
Terminati gli studi presso le scuole medie dei padri “Rogazionisti” (zona Arcella, PD), decise di iniziare a lavorare, entrando poi a far parte del copro dei Vigili del Fuoco. Qui, tra il 2000 ed il 2002, prestò servizio di leva divenuto temporaneo l’ultimo anno. Terminato il servizio, si arruolò come volontario nell’esercito.
Conseguiti i gradi di 1° Caporal Maggiore fuciliere della 1a Compagnia del 1° Reggimento Lagunari “Serenissima” (base di Malcontenta, VE), affrontò una prima missione militare in Iraq nel 2003; si trattava della missione denominata “Operazione antica Babilonia“, avente come scopo l’invio di un contingente militare italiano in funzione di supporto alle truppe della coalizione NATO e della nuova forza d’ordine irakena. La missione durò fino a febbraio 2003, mese in cui il reparto di Vanzan fece rientro in Italia.
Agli inizi di maggio 2004, concluso il periodo minimo di riposo tra una missione e l’altra, fece ritorno in Iraq, a Nasiriya, sede della forza di pace italiana. Nassiriya, sede della base italiana “Libeccio“, era già stata al centro degli scontri e dell’attentato kamikaze del 12 novembre 2003, che vide la morte di 19 italiani tra militari e civili.
Il 17 maggio 2004, la situazione nei pressi del settore italiano divenne improvvisamente turbolenta. Con la base “Libeccio” sotto attacco, il 1° Rgt. Lagunari di Vanzan venne schierato a ridosso del ponte stradale affinché potesse proteggere e supportare l’azione di difesa e contrattacco italiana, lungo un percorso pericolosissimo ma di vitale importanza per la base. Sotto una pioggia di colpi da mortaio, granate e proiettili vaganti, i militari opposero strenua resistenza.
Un colpo di mortaio, tuttavia, centrò la postazione in cui si trovava Matteo Vanzan ed altri suoi commilitoni. Vi furono diversi feriti, Matteo era il più grave con una ferita all’arteria femorale. L’azione offensiva delle milizie sciite di Muqtada al-Sadr ostacolò però il sopraggiungere dei soccorsi ma, nonostante questo, con grave rischio delle proprie vite, i soccorritori riuscirono a raggiungere i feriti e a trasportarli presso l’ospedale militare italiano da campo dell’aeroporto di Talil.
Matteo venne ricoverato d’urgenza ma, causa il tempo trascorso e la gravità delle ferite, decedette poco dopo all’età di 22 anni. Matteo Vanzan venne riportato in Italia e dopo i funerali in forma solenne ed una prima sepoltura presso il cimitero di Camponogara, riposa oggi nel cimitero di guerra presenta all’interno del ben più grande cimitero cittadino di Mestre.
Il 7 aprile 2006, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferì la Croce d’Onore alle vittime degli atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili all’estero alla memoria, consegnata alla famiglia dal suo successore Giorgio Napolitano, con la seguente motivazione: “Giovane volontario dalle bellissime qualità morali e professionali, comandato in missione in terra irachena, nell’ambito dell’operazione “Antica Babilonia” si prodigava con grande professionalità ed efficacia per l’assolvimento della missione. Il 16 maggio 2004, impegnato nella rischiosa attività di vigilanza presso la base italiana “Libeccio” che, dislocata nella periferia di An Nassiriyah era sottoposta ad attacchi da parte di elementi ostili, veniva investito mortalmente dalle schegge di una granata di mortaio esplosa nei pressi della sua postazione, immolando così la sua giovane vita nell’adempimento del dovere. Con il suo sacrificio ha contribuito in misura rilevante ad accrescere il prestigio dell’Italia e delle sue Forze Armate in ambito internazionale, tenendo alto l’ideale di pace e solidarietà fra i popoli. (An Nassiriyah – Iraq, 17 maggio 2004)“.
Nel 2004-2005 gli venne conferito dalla Regione Veneto il “Premio Speciale per la Pace“.
Il 10 marzo 2010, inoltre, gli venne conferita, sempre alla memoria, la Medaglia d’Oro al Valore dell’Esercito con la seguente motivazione: “Giovane volontario dalle straordinarie qualità morali e professionali, comandato in missione in Iraq, nell’ambito dell’operazione “Antica Babilonia”, impegnato in un’attività di vigilanza presso la base “Libeccio”, a sud di An Nasiriyah (Iraq), veniva sottoposto a reiterati vili attacchi ostili, condotti da milizie armate locali con armi a tiro curvo. Durante uno dei predetti attacchi, mentre si esponeva, incurante del pericolo, nell’intento di individuare le sorgenti di fuoco per la successiva neutralizzazione, veniva investito dalle schegge di un colpo di mortaio esploso all’interno della base e immolava la sua giovane vita. Esempio fulgidissimo di sublime coraggio e di assoluta dedizione, cadendo nell’adempimento del dovere, ha contribuito in modo significativo, con il suo estremo sacrificio, ad accrescere il prestigio dell’Italia e della Forza armata nel contesto internazionale. An Nasiriyah (Iraq), 16 maggio 2004“.
Infine, alla sua memoria, sono oggi intitolate la Base operativa del contingente italiano in Libano nel corso dell'”Operazione Leonte“, la piazza di Camponogara, un giardino pubblico a Padova, un pontile in Comune di Torre di Mosto ed una sala del Consiglio Regionale del Veneto.