Il lato oscuro dello sbarco sulla Luna. Wernher von Braun, Peenemunde, Mittelbau-Dora

20 luglio 1969: il sogno dell’intera umanità di mettere il primo piede sulla Luna diventa realtà. Un’impresa straordinaria che oltre a decretare “un grande passo per l’umanità” segna un punto a favore degli Stati Uniti nel confronto della corsa allo spazio con l’Unione Sovietica.
Una lotta partita da lontano e che inizia in Germania perché l’autore di questo successo nasce proprio nel cuore dell’Europa: Wernher con Braun. Figura intelligente ma allo stesso tempo accusato di essere un criminale di guerra.

WERNHER VON BRAUN: I NATALI

Von Braun nasce in una famiglia aristocratica nel 1913 in una città che oggi appartiene alla Polonia ma che prima della guerra mondiale era tedesca. Nel 1919 parte del territorio del Reich passa in mano alla nuova nazione polacca e migliaia di tedeschi emigrano verso ovest. Tra questi anche i von Braun, trasferitisi a Berlino. Il giovane Wernher viene inviato a studiare nelle migliori scuole e università della nuova Germania. Dopo esser stato a Weimar, la capitale della Repubblica postbellica, ritorna a Berlino per frequentare l’università. Sin da bambino von Braun si appassiona molto alle teorie che avrebbero portato qualche anno più tardi alla conquista dello spazio e, quindi, allo sviluppo di tecnologie per raggiungerlo. Diventa da subito uno dei principali studiosi sui razzi, tanto che riesce egli stesso a produrne qualche esemplare.

PEENEMUNDE E VON BRAUN NAZISTA

La scienza si incrocia con la politica e in questo caso con la grande storia: la debole repubblica di Weimar crolla quando il passo al Partito Nazionalsocialista di Adolf Hitler prende il potere nel 1933 assumendo, dopo la morte del Presidente della Repubblica von Hindenburg, pieni poteri assoluti. Il piano del nuovo governo è quello di riarmare la Germania stracciando i vincoli militari imposti dal Trattato di Versailles del 1919. Ma un capitolo era stato escluso dal trattato, quello legato allo sviluppo di razzi a uso militare. E quindi è ovvia l’attenzione rivolta dal nuovo Reich verso questo campo di ricerca. Von Braun diventa uno degli scienziati di spicco.
La voglia del Führer di sviluppare questa scienza arriva con costruzione della base di Peenemunde, porto sul Baltico ma cittadina tranquilla e ideale per svolgere al meglio le ricerche. In questa base i nazisti produrranno gli strumenti di propulsione per aerei da caccia e a reazione della Luftwaffe.
Von Braun era famoso, un barone; ma il partito nazista gli suggerisce di fare un passo in più perché una delle menti più acute del Reich non poteva permettersi di non essere iscritto al partito nazista. Nel 1937 quindi viene “invitato” a iscriversi; e nel 1940, a guerra appena cominciata, diventa ufficiale delle SS, arrivando a ricoprire addirittura il grado di Maggiore nel 1943.
Le ricerche condotte dal barone von Braun e dal suo staff arrivano gradualmente a concludersi e l’acuto finale è il lancio dei famosi missili V2, fatti volare nel cielo di Londra e, di conseguenza, esplodere sulla città, all’inizio del settembre 1944. Inizia una nuova fase di terrore per gli inglesi, che si vedono piovere improvvisamente dei missili capaci di provocare gravi distruzioni. Il Führer pensa di avere in mano un’arma capace di capovolgere il destino della guerra, ma il V2 è ancora un progetto con diverse lacune tanto che molti esploderanno in cielo prima di arrivare all’obiettivo o avranno problemi ancora prima del lancio.
Per von Braun si tratta comunque di una vittoria importante, ma non riuscirà ad assaporarla appieno: il suo sogno era quello di portare l’uomo nello spazio, a mettere il piede sulla Luna e, perché no, anche su Marte. Una visione che non piaceva al nazismo, più concentrata a vincere la guerra ormai perduta. Nel marzo del 1944 von Braun viene arrestato dalla Gestapo per cimini contro lo stato con l’accusa di distrarre le sue conoscenze militari per la fantasiosa conquista dello spazio. Albert Speer e il direttore di Peenemunde, Walter Dornberger, riescono a ottenerne la scarcerazione per via del suo importante contributo in favore della macchina bellica.

IL MASSACRO DEL CAMPO DI MITTELBAU-DORA

Il lato più brutale, orribile, nella rincorsa alla costruzione dei missili a reazione e che macchierà indelebilmente la vita di von Braun sta nello sfruttamento dei prigionieri, in particolare dell’Europa Orientale, rinchiusi nel campo di concentramento di Mittelbau-Dora, in Turingia. Qui i prigionieri, alcuni dei quali provenienti da Buchenwald, erano costretti a lavorare forzatamente e in condizioni disumane come schiavi. Prima per costruire nel cuore della montagna dell’Harz i tunnel per la produzione dei missili e poi, la produzione stessa delle armi. Internet ci consegna diverse testimonianze sulla tragedia di Mittelbau-Dora, ma solo qualche fonte si azzarda a dare una cifra ufficiale sulle vittime. Wikipedia riporta la morte di 12 mila unità, anche se alla fine per varie altre cause si conteranno 20 mila morti, tra questi anche quelli provocati dal bombardamento da parte degli inglesi all’inizio dell’aprile 1945.

https://www.facebook.com/raistoria/videos/mittelbau-dora-lultimo-campo-di-concentramento-costruito-dai-nazististasera-alle/10155280499282565/

https://www.avvenire.it/agora/pagine/dora

Von Braun era stato considerato uno dei responsabili di questa tragedia, uno dei diversi criminali di guerra che sarebbe dovuto finire davanti alla Corte di Norimberga del 1946. Ma la ragion di stato (americana) e l’inizio della Guerra Fredda portava il barone a scampare al processo assieme a tanti altri suoi colleghi. Nella primavera del 1945 Peenemunde sta per essere presa dai russi. Piuttosto che cadere nelle loro mani, assieme ad altri del suo staff decide di percorrere la Germania e farsi arrestare dagli americani, consegnando loro anche i progetti originali.

LA CARRIERA IN AMERICA E LO SBARCO SULLA LUNA

In pochi mesi gli artefici degli studi di Peenemunde vengono trasferiti in America grazie all’operazione segreta Paperclip. La Guerra Fredda era cominciata ufficialmente dal momento in cui i sovietici avevano issato la bandiera con la falce e il martello sul Reichstag e con essa partiva anche la corsa allo spazio. Il vantaggio di Mosca era soprattutto materiale grazie al bottino di guerra fatto in strumenti e di parte dei razzi di proprietà tedesca; gli americani vantavano di avere il principale progettista dei missili ma il tutto doveva essere progettato quasi da zero. Von Braun inizia a lavorare in un clima non facile: non solo ambientale, visto il passato da ex nazista, ma anche per la sfida interna tra il dipartimento dedicato allo sviluppo delle armi balistiche, in cui lavorava lo scienziato tedesco, e la Marina Militare, che stava lavorando a un suo progetto parallelo. Questo “derby” non fa altro che portare i russi ad assumere un vantaggio importante e a lanciare Sputnik I, il primo satellite nello spazio: è il 1957.
Il Presidente Eisenhower non accetta lo smacco: da un lato chiede ai suoi scienziati un’accelerazione sulla produzione del satellite, dando allo scienziato tedesco e alla sua agenzia l’ordine di proseguire come principale punto di riferimento in materia – e l’ordine viene esaudito con la spedizione nello spazio di Explorer I nel gennaio 1958 – e dall’altro porta a fondare la NASA, di cui von Braun sarà il primo direttore nel 1960. Quello che avviene dopo – la ricerca e la progettazione di navicelle spaziali capaci di trasportare uomini nello spazio dando loro la possibilità di mettere piede sulla Luna – è storia ricordata da tutti in questi giorni legati alle celebrazioni dei cinquant’anni dall’allunaggio.

Attività 2017

Quest’anno decidiamo di rivolgere le nostre attenzioni ad un tema che fin’ora è rimasto a noi un po’ celato: la Seconda Guerra Mondiale e le guerre che la anticiparono di qualche anno, quali Etiopia e Spagna.
E’ proprio ad esse che si rivolgono la nostra mostra annuale e la 4^ ed. dei nostri Gagliardetti della Memoria.

Dal 4 novembre al 3 dicembre 2017
1935-1945 GUERRE E STORIE DI UOMINI E MEZZI

Con le associazioni modellistiche Flying Lions e Aquile Tonanti, unitamente alla collaborazioni dell’A.N.C.R. e dell’A.N.P.I., dell’ass.ne Arcobaleno e dell’I.T.C.S. “Maria Lazzari” di Dolo, viene allestita nelle sale dell’ex-Macello di Dolo, un’esposizione di cimeli, foto, modellini e biografie di uomini che anno preso parte alla storia d’Italia partendo dalla Riviera del Brenta.
Una particolare sezione viene dedicata ai combattenti, partigiani e patrioti, che si opposero al nazifascismo attraverso azioni di guerriglia, incursioni, sabotaggi ma anche dando ospitalità e rifugio a prigionieri di guerra, ebrei e perseguitati politici. In questa sezione viene proiettato un video, girato da noi nei luoghi della Riviera del Brenta che furono protagonisti di questi eventi.

Con l’appoggio del cinema “Italia” viene realizzato anche un cineforum in cui vengono proiettati quattro film selezionati per la loro trama, contenuto e messaggio:

Attività 2019

Le attività di quest’anno ricevono una nuova linfa grazie alla realizzazione del Coordinamento delle Associazioni storico-culturali della Riviera del Brenta e del Miranese. Tale organo riunisce tutte le associazioni ed i singoli studiosi appassionati di storia e cultura locale creando una rete di contatti e di pubblicità reciproca, atta a sostenere le attività di ricerca di ognuno.


8-9 giugno 2019
IN MEMORIA DI ROMANO DONI

Una due giorni di incontri e celebrazioni destinate a ricordare e a celebrare la figura di Romano Doni, un uomo d’altri tempi, un soldato radiotelegrafista che, con enorme spirito d’altruismo e sacrificio, riuscì ad avvertire la popolazione di un piccolo paese dell’entroterra siculo (Roccalmuto, AG) dell’imminente bombardamento alleato. Tutto questo senza che le sue informazioni, appena captate dal nemico, venissero prese sul serio dai suoi superiori e vivendo poi, dopo la guerra, la sua vita di tutti i giorni, senza chiedere nulla a nessuno ma dedicandosi alla sua famiglia, alla sua terra e al suo lavoro.
A distanza di tanti anni di silenzio, grazie ad un incontro voluto dal destino tra Samuele Doni, nipote di Romano, e la Prof.ssa Maria Gabrielli Pasquali, docente universitaria e studiosa dell’intelligence militare, la storia di quest’uomo viene finalmente rispolverata e onorata. programma completo.

3 e 10 novembre 2019
UNA TARGA PER I CADUTI AUSTRO-UNGARICI

Nelle giornate del 3 e del 10 novembre si sono svolte due cerimonie connesse con il ricordo dei soldati austro-ungarici periti nell’inverno 1918/1919 nei campi di prigionia di Camponogara.

Nella giornata del 3, unitamente alle celebrazioni del giorno della Vittoria ed al ricordo dei caduti italiani, nel corso della cerimonia svoltasi a Camponogara è stata consegnata al Comune una targa realizzata a seguito delle ricerche del nostro socio Alberto Donadel presso gli archivi comunali e parrocchiali. Alberto ha infatti potuto accertare che, nel corso della Grande Guerra, nei cimiteri di Camponogara e di Prozzolo trovarono sepoltura 10 soldati imperial-regi di cui 3 rimasti ignoti. Tali soldati, dopo le risistemazioni cimiteriali, vennero definitivamente traslati nell’ossario comunale di Prozzolo in via definitiva.

Qui puoi vedere la presentazione dello studio e il discorso di Donadel

Il 10 novembre si è quindi svolta nel cimitero di Prozzolo la cerimonia di inaugurazione della targa che, appesa all’interno del camposanto, ricorderà nel tempo questi ragazzi. Alla cerimonia hanno preso parte il Direttore del Sacrario Militare di Follina Marcello Tomasi, già portavoce dell’Osterreichisches Schwarzes Kreuz in Italia, il rappresentante del Console ungherese dell’Ambasciata di Verona e numerose associazioni d’arma. Ad impreziosire la cerimonia sono poi stati i rievocatori dell’ass.ne “Il Nuovo Fronte” in divisa austro-ungarica ed italiana.

La targa oggi affissa nel cimitero di Prozzolo
Il Sindaco Antonio Fusato accanto alla rappresentanza consolare
Da sx a dx: Marcello Tomasi Direttore del Sacrario di Follina, il Sindaco tra i rievocatori dell’ass.ne “Il Nuovo Fronte”, socio Samuele Doni in uniforme da fante italiano, il Presidente di Riviera al Fronte Ivan B. Zabeo, il socio ed autore della ricerca Alberto Donadel ed il rappresentante consolare ungherese
La targa esposta al pubblico

21 novembre 2019
LA GRANDE GUERRA ATTRAVERSO LE IMMAGINI SATIRICHE DI AMOS SCORZON

Nella serata del 21 novembre si è tenuta a Vigonovo una conferenza interamente dedicata alla figura del vignettista e pittore dolese Amos Scorzon.
La conferenza è stata tenuta da Enrico Moro, già autore del libro “Cronache della Riviera del Brenta” e curatore della mostra itinerante sempre dedicata a Scorzon.

29 novembre 2019
SERATA PER I 5 ANNI DI RIVIERA AL FRONTE

Un momento della serata del 29 novembre 2019

Nella serata del 29 novembre Riviera al Fronte ha festeggiato con tutti i soci, i sostenitori e gli amici i 5 anni di attività. Una serata conviviale presso il ristorante “Al Fogher” di Camponogara, fatta di nuove amicizie, ritrovi tra vecchi amici, momenti di riflessione e di svago…soprattutto quando, con un filmato “eroico”, sono stati ricordati e ringraziati tutti coloro che hanno reso grande e sempre più importante questa associazione, fin dalla sua fondazione.
Persone che anche in questa sede, desideriamo ringraziare con tutto il cuore!

Attività 2016

Le attività di quest’anno sono fortemente concentrate a due eventi riconducibili, come in passato, al ricordo della Grande Guerra.

Dal 2 al 6 settembre 2016
1916/2016 RICORDI DI GUERRA PENSIERI DI PACE

Presso la canonica di Paluello, dietro espressa volontà di don Antonio De Guio, Riviera al Fronte ed il Gruppo Archeologico Mino Meduaco, danno vita ad una mostra dal carattere raccolto e toccante. Nella prima delle due sale messe a disposizione, si raccolgono cimeli e testimoniante relativi alla Prima Guerra Mondiale in generale ed ai combattenti, reduci e caduti, del Comune di Stra, con un particolare focus sui caduti di Paluello. Nella seconda sala, invece, vengono proiettati filmati d’epoca che attirano grandi e piccini, desiderosi di vedere quanto avvenne cent’anni fa.
Nel giro di soli 5 giorni di esposizione, la piccola mostra registra circa 500 visitatori; i curatori principali sono i nostri soci dott. Alberto Donadel e Samuele Doni.

Dal 4 novembre al 4 dicembre 2016
GRANDE GUERRA, MEMORIE DI DOLORE E SOLITUDINE. GLI OGGETTI RACCONTANO

Con il patrocinio del Comune di Pianiga prende forma, all’interno dei locali della scuola media “Giovanni XXIII“, una mostra che presenta pezzi rari e curiosi e testimonianze di tutti i giorni, grandi o piccole, riconducibili alla guerra del 1915-1918.
In questa occasione, ci vediamo affratellati con l’I.C. anzidetto, la Pro Loco di Pianiga e le ass.ni Stra de NoteDarwin, Flyng LionsTeatro delle Ortiche il coro I Fiori de Suca ed il G.A. Mino Meduaco. Anche questa mostra, come nel 2014, arriva a registrare quasi 3000 visitatori.

Una serie di eventi coronano poi le attività della mostra:

  1. 4 novembre – commemorazioni presso i monumenti comunali ed inaugurazione della mostra; alla sera lo spettacolo “Racconto in Concerto” presso il teatro Comunale.
  2. 10 Novembre – presso l’Aula Magna dell’I.C. alle ore 21.00, presentazione del libro “Dolesi al Fronte”.
  3. 13 Novembre – visita guidata al Monte Grappa  per i ragazzi delle scuole  e le famiglie.
  4. 18 Novembre – rappresentazione teatrale “La Foto”, presso il Teatro Comunale.
  5. 25 novembre – concerto “Voci dalla grande guerra”, sempre alle ore 21.00 al Teatro Comunale.
  6. 2 Dicembre – rappresentazione teatrale scolastica de “Una storia Qualunque”, alle ore 21.00 presso il Teatro Comunale.
  7. 4 Dicembre – 3^ ed. Gagliardetti della Memoria Riviera al Fronte.

In memoria di Romano Doni

Nei giorni 8 e 9 giugno la famiglia Doni e le ass.ni Stradafare e Riviera al Fronte hanno ricordato la figura di Romano Doni, radiotelegrafista dell’esercito, protagonista nel corso della Seconda Guerra Mondiale di una vicenda sconosciuta fino a poco tempo fa ma che è stata riscoperta grazie a diversi studi realizzati tra Roma e Stra. La storia di Romano è stata ripercorsa nel corso di tre appuntamenti.

Siamo nel 1943, alla vigilia dell’operazione Husky, l’invasione della Sicilia e dell’Europa da parte degli Alleati. Le forze angloamericane hanno appena conquistato l’Africa settentrionale e per non svelare i piani di invasione iniziano una guerra di intelligence.
Romano Doni si trova a Racalmuto e nella sua caserma intercetta un messaggio: i bombardieri stanno per colpire le installazioni militari italiane e altri obiettivi nelle città dell’isola, minacciando anche la popolazione civile. L’intercettazione viene comunicata immediatamente ai superiori, che però non la reputano veritiera. Poche ore dopo i bombardieri alleati mettono effettivamente a ferro e fuoco la Sicilia.
Quante vite si sarebbero potute risparmiare se i comandi militari avessero creduto al soldato Doni? Una domanda a cui nessuno può rispondere; quel che è certo è che Romano, così come raccontato ai suoi famigliari e in particolare al nipote Samuele, l’appassionato di storia della famiglia, aveva seguito l’istinto, avvisando i suoi amici e conoscenti dell’imminente tragedia.
L’esperienza di Romano, passata anche per l’occupazione dell’Italia dei nazisti, la sua fuga verso Paluello, la breve prigionia e la collaborazione per riportare in paese le campane della chiesa, è rimasta nella mente di Samuele anche dopo la scomparsa del nonno, avvenuta nel 1986. Innegabile la sua voglia di ripercorrerne nei dettagli la vita, quanto fatto in Sicilia. La voglia di approfondire c’è ma la vita ti pone davanti a delle scelte, tanto da restare sempre tra le cose da fare, prima o poi. Un giorno, però, la luce si riaccende: in un servizio televisivo la Prof.ssa Maria Gabriella Pasqualini parla della vicenda; Francesco, il marito di Lorena, cugina di Samuele, scrive il suo nome su un post-it azzurro. Qualche anno dopo riceve questo bigliettino e contatta la professoressa, la incontra a Roma e riconosce quanto il nonno gli aveva raccontato da bambino.

A distanza di 33 anni, quindi, l’incredibile vicenda di Romano riaffiora ed è stata raccontata nel corso di una conferenza, organizzata sabato 8 giugno nella splendida cornice del Salone di Rappresentanza del Circolo Unificato dell’Esercito, sito in Palazzo Zacco-Armeni. Hanno partecipato la prof.ssa Pasqualini, affiancata da Ivan B. Zabeo, presidente di Riviera al Fronte, e dalla nipote Lorena Doni, a chiarire molti aspetti della vicenda. Un curriculum tra i più importanti nel settore, quello della Pasqualini, con studi riguardanti soprattutto la storia dell’intelligence militare: laureata in Scienze Politiche, è stata docente alle università di Perugia e Palermo e presso la Scuola Allievi Ufficiali Carabinieri a Roma. Numerose e importanti le pubblicazioni sulla storia dei servizi segreti italiani, con un corpus di 5 volumi oltre ad articoli per riviste specializzate; ha collaborato con il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero della Difesa, con missioni all’estero, anche in teatri pericolosi; collabora scientificamente con il Dipartimento per la Sicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Infine, ha ricoperto ruoli importanti in seno al Capo di Stato Maggiore della Difesa e fa parte di comitati scientifici legati alla storia militare.

 

La conferenza viene aperta dal Dott. Ivan B. Zabeo, presidente di Riviera al Fronte, che ha delineato il quadro storico precedente lo sbarco alleato; la conferenza si è conclusa con il racconto di Lorena Doni, nipote di Romano, che si è concentrata sull’umanità del nonno, facendone conoscere la vita prima e dopo la guerra, le sue passioni e, soprattutto, la sua semplicità e il suo altruismo.

La chiesa di Paluello ha ospitato, invece, un concerto. Tra le splendide musiche e canzoni della Schola Cantorum di Dolo (coro in cui Romano ha cantato per anni), di Stradenote, del maestro Paolo de Rosso e del tenore Enrico Masiero, i famigliari hanno rispolverato i ricordi. Un momento di musica, storia, memoria, commozione.

 

Infine, domenica 9 giugno, nel grandissimo parco della restaurata Villa Loredan, si ha un ultimo ricordo di Romano da parte di Samuele Doni. La breve cerimonia ha visto la consegna al Sindaco Caterina Cacciavillani di una targa commemorativa e di una lettera contenente la proposta per l’intitolazione di una via o di uno spazio comunale a Romano.

A voi il un intervento di Samuele Doni:
Ho sempre visto la figura di mio nonno Romano come un uomo che sapeva meravigliare con le sue gesta e con i suoi modi. Per me, bambino curioso e un po’ irascibile, era un vero eroe, e ora a distanza di tanti anni, ne sono convinto ancor più. Ricordo che vestiva sempre gillet e giacca, anche quando lavorava nei campi e non dimenticava mai il cappello, insomma un vero signore d’altri tempi.
Ricordo molto bene il giorno che mi raccontò delle sue vicende in periodo di guerra. Forse il fatto che stesse mangiando dei fichi d’India, gli fecero riaffiorare ricordi lontani e in qualche modo, volesse tramandare quelle vicende per non farle cadere nell’oblio del tempo.
Sono trascorsi molti anni da quel giorno, ma finalmente la sue gesta verranno raccontate e soprattutto tramandate alle prossime generazioni, con la speranza che possano realmente comprendere la fortuna di vivere in una società ricca di opportunità che troppo spesso si danno per scontate. Sono trascorsi 33 anni da quando ci ha lasciati, ma ogni volta che penso a Lui, mi commuovo.
Solo le persone che hanno fatto del bene agli altri in fondo al nostro cuore non moriranno mai.
Grazie Nonno.

Ivan B. Zabeo – Riviera al Fronte
Con questi tre incontri vogliamo ricordare il senso del dovere e di appartenenza, il coraggio e l’umanità di un protagonista della nostra storia recente. Appena Samuele, nostro collaboratore e amico, ci ha raccontato la vicenda del nonno e di come ha conosciuto la Prof.ssa Pasqualini, abbiamo subito pensato che la storia meritava di essere ricordata alla comunità di Stra e all’intera Riviera del Brenta.
È la storia di un uomo umile, che ha trasmesso alla famiglia sani principi e coesione. Ci sono molti valori che usciranno da questa due-giorni di eventi. Personalmente, mi ha colpito il messaggio che ci ha lasciati: quando ti trovi davanti a un ostacolo, non abbatterti, cerca di superarlo perché questa sfida ti renderà forte.
Sono orgoglioso, inoltre, che l’iniziativa sia stata immediatamente accolta e appoggiata dal Comune di Stra, che ringraziamo per l’importante collaborazione, e ha visto l’impegno delle associazioni Stradafare e Stradenote – con le quali avevamo condiviso il progetto del calendario del centenario della Grande Guerra dell’anno scorso – con la Schola Cantorum di Dolo e i maestri Paolo de Rosso e Enrico Masiero.

Cristian Masci – Stradafare
Ricordiamo con vero piacere la vicenda del concittadino Romano Doni, testimonianza ancora viva di un’esistenza determinata e consapevole. 
La collaborazione tra l’Associazione Stradafare e l’Associazione Riviera al Fronte continua fruttuosa nel valorizzare la storia del nostro territorio.

Leggi l’articolo pubblicato su Metropolitano.it riguardante Romano Doni

Attività 2018

Il 2018 è stato il centesimo anniversario della conclusione della Prima guerra mondiale. Di conseguenza Riviera al Fronte ha concentrato le sue energie proprio su questo tema.
Se si esclude il progetto #AccaddeOggi, sviluppato all’interno della nostra pagina Facebook fin dal 2015, e volto a ricordare nel centenario della loro morte, i circa 1200 soldati rivieraschi caduti durante la Grande Guerra, il vero e proprio programma si è svolto “sul campo” dal settembre 2018 al gennaio 2019.

Riviera al Fronte infatti, in collaborazione con tutti i comuni della Riviera del Brenta e di Santa Maria di Sala, di concerto con tantissime altre associative del territorio e non, ha contribuito a realizzare il calendario degli eventi denominato “Riviera del Brenta per il Centenario della Vittoria” (il volantino in fondo alla pagina). Si è trattato di una serie di appuntamenti capaci di spaziare tra conferenze, concerti, cerimonie, mostre e molto altro. Si è trattato di una serie di appuntamenti utili alla comunità per riscoprire quanto avvenuto un secolo fa, oltre a far conoscere aspetti poco noti di quel tragico conflitto, costato da parte italiana oltre 650 mila caduti e un numero enorme di feriti e invalidi. Una serie di appuntamenti per onorare il loro sacrificio: perché non devono assolutamente essere dimenticati dalla nostra società.

Riportiamo di seguito gli eventi principali del calendario:

8 settembre 2018 – Villa Badoer Fattoretto (Sambruson di Dolo).
EVENTO INAUGURALE E PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO

Nella splendida cornice di Villa Baoder Fattoretto, che durante la Grande Guerra ospitò l’ospedale da campo 0154, è presentato ufficialmente il calendario degli eventi. Ovviamente viene allestito un ospedale da campo con la presenza di donne e uomini a rievocare quanto avveniva in quei luoghi di sofferenza.
Alla fine della cerimonia è stato consegnato nelle mani del proprietario della villa, Ulderico Fattoretto, una targa con i nomi dei caduti dell’ospedale 0154, presente oggi al Museo del Villano.
L’evento è stato realizzato da Riviera al Fronte, Villa Badoer-Fattoretto, con l’importante collaborazione dei gruppi di rievocazione “22^ Compagnia Autonoma Skiatori” e “Caimani del Piave” e l’associazione culturale Stradenote.

Dal 14 al 23 settembre 2018 – mostra in barchessa di Villa Concina (Dolo)
AMOS SCORZON: VIGNETTISTA DI GUERRA, PITTORE DI PACE

Nel corso di questa mostra sono state presentate i disegni satirici di Amos Scorzo, riscoperto artista dolese, tra i più importanti del settore agli inizi del Novecento (per saperne di più si prega di leggere qui). Alla fine della cerimonia, è stata consegnata a Gianluigi Naletto una lettera per dedicare uno spazio comunale a questo illustre personaggio di Dolo, le cui opere sono ancora oggi conservate al Vittoriano a Roma.
Nel corso della mostra l’associazione Pentola dei Nodi ha realizzato una serata dedicata alla letteratura della Grande Guerra e concentrata sulla figura di Tommaso Marinetti, protagonisti del Futurismo e dell’ingresso dell’Italia nel conflitto mondiale. Infine, una parte della barchessa è stata riservata all’associazione Flying Lions, specializzata nel modellismo militare, che ha esposto riproduzioni di mezzi militari della Grande Guerra e la loro evoluzione nella Seconda.
Importante sottolineare che la mostra è stata poi esportata al Liceo “Galileo Galilei” di Dolo e in occasione della mostra organizzata da Mondo Agricolo Caselle de Ruffi (che ritroveremo più avanti). In particolare, l’attività svolta al “Galilei” è stata utile per creare un progetto scuola-lavoro con tre giovani studenti delle classi quinte che, dopo attenta preparazione da parte di Riviera al Fronte, hanno presentato i lavori di Amos Scorzon alle classi venute a visitare la mostra.

Dal 6 al 14 ottobre – Casa Futura Artigiana – Forte Poerio (Mira)
LA DONNA AL TEMPO DELLA GRANDE GUERRA

La donna ha avuto un contributo fondamentale nel corso della Grande Guerra. Non era stata solo madre, figlia, fidanzata e moglie, ma anche operaia, artigiana, contadina, imprenditrice, insegnante, impiegata. E sul campo di battaglia era stata anche crocerossina, madrina di guerra, qualche volta anche volontaria a scavare trincee o a combattere. Tutti aspetti che solamente in pochi hanno sottolineato, ma l’emancipazione della donna – culminata nel 1946 con il referendum Monarchia-Repubblica in cui per la prima volta ha potuto esprimere liberamente il suo pensiero – era partita proprio in occasione della tragedia della Grande Guerra.
Idea Donna, Hilarius, Mondo Agricolo Caselle de Ruffi, assieme a Riviera al Fronte e il Comune di Mira, hanno realizzato una mostra presso Casa Artigiana, in Forte Poerio a Mira, capace di raccontare questa importante evoluzione e rivoluzione all’interno del mondo femminile. E venerdì 12 ottobre la Compagnia delle Ortiche di Padova ha riportato al Teatro Villa dei Leoni di Mira lo spettacolo “La Foto”, la storia di tre sorelle padovane coinvolte pesantemente nel conflitto.

20 ottobre – Villa Foscari – Malcontenta
ALZABANDIERA IN MEMORIA DEGLI ARDITI

Come tante altre ville della Riviera della Brenta, Villa Foscari a Malcontenta era stata coinvolta direttamente nella guerra. Altre erano state sedi di ospedali militari da campo, questa aveva ospitato l’addestramento dei reparti d’élite, quello degli Arditi, uomini impavidi che assaltavano le trincee nemiche con il coltello tra i denti e con il bombardamento della propria artiglieria ancora in corso. Anche Hemingway, nelle sue cronache dal fronte italiano, ne esalta le gesta. Anche Padre Reginaldo Giuliani, a cui è dedicata la scuola media di Dolo, cappellano militare con Medaglia al Valore conquistata sul Carso, caduto poi in Etiopia nel 1936, aveva prestato i suoi servizi.
L’associazione Cavalieri al Merito della Repubblica Italiana hanno ricordato la presenza di questi reparti, il loro addestramento, i protagonisti, facendo aprire ai presenti la villa per una interessante visita guidata.

20 ottobre – impianti sportivi di Dolo
CAMPO DIDATTICO IN OCCASIONE DELLA FAMILY RUN

Per la prima volta la Storia della Grande Guerra entra nella Family Run, la tradizionale marcia preparatoria alla Maratona di Venezia che si tiene ogni anno a fine ottobre. Iniziativa, quella della Family Run, di notevole successo. I numeri sono sempre più incredibili e coinvolge soprattutto le scuole e le associazioni sportive della Riviera della Brenta.
Dopo essere stati in Villa Baoder-Fattoretto il settembre precedente, ritornano a Dolo i ragazzi della 22^ Compagnia autonoma skiatori, rispolverando le loro divise e raccontando ai ragazzi (e anche agli adulti) come si viveva all’epoca della Grande Guerra e come venivano curati i soldati, cent’anni fa quasi loro coetanei.

27 ottobre – Villa Ferretti Angeli (Dolo)
IL RANCIO DEL SOLDATO

Uno degli aspetti più importanti nella vita del soldato era l’alimentazione, che era molto più complessa rispetto a quello che si crede. Per l’occasione l’ENAIP di Dolo, la scuola superiore paritaria, ha istruito i ragazzi che hanno cucinato per i presenti alcune semplici pietanze: Zuppa di Schegge, Pappardelle alla lepre, “Riccio” al forno, Gulash di patate, Friggione, Piadina, Mele Cotte e Pan Perduto.
Dopo il delizioso pranzo, Loris Giuriatti, storico, scrittore e Presidente dell’Alto Onore del Grappa, ha tenuto una conferenza sulla Grande Guerra raccontando alcuni aspetti particolari e sconosciuti al grande pubblico. La giornata si è conclusa con la lettura di alcune lettere e testi a cura dall’associazione Pentola dei Nodi.

3 novembre – Teatro Cinema Italia (Dolo)
CONCERTO DELL’ARMISTIZIO E DELLA PACE

Il lungo weekend conclusivo delle celebrazioni nazionali del Centenario si apre in Riviera del Brenta con il concerto realizzato in collaborazione con il Coro Santa Chiara di Scaltenigo e le letture proposte dall’associazione La Pentola dei Nodi. Otto momenti che hanno toccato diversi aspetti del conflitto e fronti. Alcuni testi sono preparati per l’occasione da Riviera al Fronte.
Alla chiusura dell’intensa cerimonia, sono stati ricordati tutti i gagliardati delle quattro cerimonie dei Gagliardetti della Memoria svolte tra il 2014 e il 2017, ricordando anche i soldati della Seconda Guerra Mondiale e delle altre operazioni belliche compiute dall’Italia dal Risorgimento alle missioni di pace all’estero. Un momento intenso per ritrovare tutta la grande comunità che si è venuta a creare attorno a una cerimonia ormai divenuta tradizione per il territorio rivierasco.

11 novembre – cimitero di San Pietro (Stra)
CERIMONIA DI COMMEMORAZIONE DEI CADUTI ITALIANI ED AUSTRO-UNGARICI

Dopo una lunga e laboriosa ricerca svolta dal nostro socio Dott. Alberto Donadel e dal ricercatore storico locale Armando Saccoman, è stata resa pubblica la vicenda del cimitero di guerra sorto alle spalle del cimitero civile di San Pietro di Stra. Tale cimitero, realizzato a partire dall’aprile 1918 e mantenuto in essere fino al 1924, servì a dare una prima sepoltura ai numerosi soldati italiani ed austro-ungarici (prigionieri di guerra) deceduti negli ospedali da campo n. 037 (Villa Loredan-Rova, oggi nuova sede municipale) e 057 (Villa Nazionale Pisani). Nel cimitero trovarono pertanto riposto 151 soldati italiani e 15 soldati imperiali che, dopo la dismissione del cimitero di guerra in favore dell’ampliamento del cimitero civile e dopo una traslazione in altri siti sepolcrali di una piccola parte delle salme, vennero raggruppate all’interno di una tomba comune poi monumentalizzata.
Durante la cerimonia, molto sentita da tutti i partecipanti, è stata consegnata anche una targa ricordo al Comune di Stra, al fine di non dimenticare i nomi di tutti i soldati che qui trovarono pace.

ALTRE ATTIVITA’ SVOLTE LEGATE AL CALENDARIO DEL CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA: CONFERENZE, CELEBRAZIONI E DIDATTICA

19/10: Presentazione del libro Dolesi al Fronte. La Prima Guerra Mondiale al teatro parrocchiale di Sambruson di Dolo
02/11: Rappresentazione teatrale degli studenti della scuola media Aldo Moro di Campagna Lupia, organizzata dall’istituto scolastico, sotto la direzione del prof. Francesco Zagolin e la partecipazione del Coro Voci della Riviera del Brenta.
04/11: conferenza organizzata da Stradafare all’interno di Villa Pisani a Stra. Relatori: Fiorenzo Andreatta (Mondo Agricolo Caselle de Ruffi) e Ivan B. Zabeo (Riviera al Fronte).
11/2018 – Bojon, scuola media – Lezione “La Grande Guerra spiegata ai ragazzi” (Dott. Alberto Donadel;
11/2018, Stra, biblioteca – Conferenza “La Riviera del Brenta in guerra e i suoi cittadini protagonisti” (Dott.ri Ivan B. Zabeo e Enrico Moro);
11/2018, Vigonovo, sala polivalente – Conferenza “La guerra in Riviera del Brenta, uomini e storie” (Dott.ri Alberto Donadel e Antonio Vittorio Giacomini);
11/2018, Dolo, ITCS “Maria Lazzari” – Conferenza “Il lato umano della Grande Guerra: la comunicazione istituzionale nei documenti dell’archivio storico della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Venezia e laguna” (Dott. Antonio Vittorio Giacomini);
11/2018 – Dolo, sala consigliare – Conferenza “Alfredo Ortali, da Dolo al fronte, storia di un volontario“.

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